Gipsoteca del Dipartimento Culture e SocietÃ
La storia Ascolta
La Gipsoteca del Dipartimento Culture e Società dell’Università di Palermo è un’importante raccolta di calchi in gesso di sculture antiche, voluta da Antonino Salinas (1841-1914) come sussidio pratico per l’insegnamento dell’archeologia.
Fin dagli inizi del suo magistero accademico, Salinas si era preoccupato di istituire un Gabinetto di Archeologia, originariamente ubicato nel Museo di Palermo, che poi sarebbe divenuto il Museo Archeologico Regionale a lui intitolato. In quegli spazi, dove era solito tenere le lezioni, Salinas cominciò a raccogliere una serie di "riduzioni delle più celebri statue antiche", acquistata per mezzo del Ministero della Pubblica Istruzione. A questo primo nucleo si erano poi aggiunte ulteriori acquisizioni, ottenute in tappe successive.
Un certo numero di gessi può essere attribuito con sicurezza a due delle più rinomate officine di formatori attive a Roma in quel periodo, grazie alle targhette bronzee provviste dei nomi dei titolari, tuttora visibili su alcuni pezzi. Si tratta della bottega di Michele Gherardi, il cui nome si legge sulle quattro lastre del fregio del Partenone e sul busto dell’Apollo del Belvedere, e di quella di Leopoldo Malpieri, come attesta il marchio di fabbrica applicato sul calco della Giunone Ludovisi. L’unico esempio di scultura della Sicilia antica presente nella raccolta, l’Efebo di Agrigento, è invece di produzione locale e può essere assegnato con buona probabilità al formatore palermitano Filippo Nicolini.
Nonostante l’esiguità di mezzi a sua disposizione, Salinas riuscì a raccogliere oltre sessanta gessi di sculture antiche, grazie agli sforzi da lui compiuti a più riprese e testimoniati dalle sue lettere.
Seppure non raggiunse mai dimensioni molto vistose, se confrontata con quelle di altre collezioni italiane, la sua fu la prima gipsoteca universitaria concepita a fini didattici nel nostro paese. La collezione, inoltre, può vantare la presenza di due opere di grande pregio, due rarissime repliche della riproduzione miniaturizzata del fregio del Partenone e del fregio del tempio di Apollo Epicurio a Basse in Arcadia, realizzate a Londra dallo scultore scozzese John Henning ai primi decenni dell’Ottocento.
La composizione comprende altri calchi particolarmente significativi: il Moscoforo dell’Acropoli di Atene, la testa dell’Athena Lemnia, una grande lekythos ateniese, l’Efebo di Subiaco, la Venere di Milo, il Giove di Otricoli e il rilievo della Nike dell’Acropoli di Atene.
Dopo la morte di Salinas, per sua volontà, la raccolta di gessi fu trasportata nella sede storica dell’Università in via Maqueda, presso la Casa dei Padri Teatini di San Giuseppe. Diversi pezzi andarono purtroppo perduti, soprattutto a causa del terremoto del 1940 e dei bombardamenti subiti da Palermo nel 1943 durante la seconda guerra mondiale.
La collezione, ridotta a 40 gessi, rimase nei locali di via Maqueda sino a che, alla fine degli anni ’60, l’intera Facoltà di Lettere e Filosofia fu trasferita presso un edificio del nuovo Campus realizzato nel Parco d’Orléans. Qui, per volontà del prof. Nicola Bonacasa, Direttore dell’Istituto di Archeologia (poi confluito nel Dipartimento Culture e Società), la maggior parte dei calchi fu esposta negli spazi occupati dall’Istituto.
A partire dalla fine del 2015, con il trasferimento del Dipartimento Culture e Società dall’edificio 12 all’edificio 15 del Campus, grazie all'impegno dell'allora Direttore del Dipartimento, prof.ssa Maria Concetta Di Natale, la Gipsoteca di Antonino Salinas è stata completamente riordinata all’interno di un ambiente ad essa adibito. Ciò ha permesso di recuperare anche i calchi messi a deposito, che da lungo tempo non erano più visibili. L’allestimento, è stato curato da Simone Rambaldi, docente di Archeologia Classica del Dipartimento, che ha ricostruito la storia della raccolta e pubblicato il Catalogo dei gessi.
Numerosi pezzi della collezione sono stati oggetto di un necessario intervento di manutenzione, ad opera di un gruppo di restauratori e allievi del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Palermo. Nel volume Le gipsoteche didattiche di arte e architettura a Palermo, che raccoglie i saggi presentati in occasione dell’omonimo workshop tenuto il 28 marzo 2019 presso il Dipartimento Culture e Società, e pubblicato nella collana dipartimentale MNEME. Quaderni dei Corsi di Beni Culturali e Archeologia, è documentato il non facile lavoro di recupero, restauro e riallestimento, per mezzo del quale è stato possibile aprire al pubblico la collezione. La Gipsotca è stata inaugurata il 27 febbraio 2018, alla presenza del Rettore prof. Micari, di studiosi, docenti, studenti e di un vasto pubblico, nel quadro degli eventi organizzati dall'Ateneo nell'ambito delle manifestazioni per il titolo di Palermo Capitale Italiana della Cultura.
Visite guidate Ascolta
E' possibile visitare la Gipsoteca previo appuntamento, da concordare inviando una richiesta al seguente indirizzo email:
N.B.: a causa della pandemia in corso, le visite sono attualmente sospese.