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Open Access: missione, strategie, vantaggi per gli Atenei

24-gen-2012

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settore biblioteca digitale - ateneo di palermo

 

Open Access: definizione, missione, principi
Il movimento Open Access: origini e tappe fondamentali di sviluppo
Le strategie dell’Open Access
Gli Atenei e le politiche a favore dell’Open Access
I vantaggi dell’Open Access per gli Atenei
La CRUI a sostegno dell’Open Access

 

 

Open Access: definizione, missione, principi

 

L’Accesso Aperto è un movimento internazionale nato in ambito accademico con il fine di studiare i metodi per consentire alle istituzioni di ricerca di riprendere il controllo sulla disseminazione dei risultati della ricerca scientifica di produzione interna; a questo scopo l’Open Access ricerca e studia strategie complementari per fornire soluzioni alla crisi della comunicazione scientifica generata dalle politiche sempre meno economicamente sostenibili dell’editoria commerciale di tipo tradizionale.


La mission dell’Open Access è rimuovere ogni barriera economica, legale e tecnica che impedisce alla collettività l’accesso all’informazione scientifica e contribuire al progresso scientifico e tecnologico e alla libera circolazione delle idee.


Il prinicipio che anima il movimento dell’accesso aperto è quello di demercificare la diffusione della produzione scientifica utilizzando canali alternativi di pubblicazione che sfruttano le potenzialità del web per rendere immediatamente disponibili, e in forma gratuita e integrale, i risultati della ricerca senza le restrizioni previste dalle licenze tradizionali e abbattendo i costi editoriali.

 

 

Il movimento Open Access: origini e tappe fondamentali di sviluppo

 

Il movimento dell’Open Access si sviluppa a livello internazionale a partire dal 2001 come ricerca e studio di strategie complementari per fornire soluzioni alla crisi della comunicazione scientifica e rimuovere gli ostacoli alla circolazione e alla diffusione della conoscenza scientifica.


I fondamenti per lo sviluppo tecnologico che stanno alla base della diffusione del movimento OA vengono fissati dalla Open Archives Initiative (OAI), che nasce nel 1999 con l'intento di promuovere standard, software e protocolli comuni per garantire l'interoperabilità degli archivi di e-prints per una libera disseminazione del sapere scientifico attraverso l’uso di strumenti tecnologici open source.


L’Open Access si afferma come movimento ufficiale, con una sua definizione e una programmazione di tattiche e strategie di azione, a partire dal 2001 con la Conferenza di Budapest, organizzata dall’Open Society Institute (OSI), seguita nel 2002 dalla Budapest Open Access Initiative (BOAI), che ne segna l’atto di nascita ufficiale. I

ll documento  scaturito come dichiarazione conclusiva dell’incontro contiene una prima definizione di contributo ad accesso aperto e l’individuazione delle due vie principali dell’open access (autoarchiviazione e pubblicazione in riviste OA).


La definizione di Open Access formulata da BOAI, insieme alle definizioni contenute in due documenti pubblicati l’anno seguente che segnano un’altra tappa della storia del movimento, il Bethesda Statement on Open Access Publishing e la Berlin Declaration on Open Access to Knowledge in the Sciences and Humanities (Dichiarazione di Berlino)  entrambi del 2003, costituiscono il nucleo teorico centrale cui fa riferimento ogni successiva iniziativa OA.


I principi sanciti da questi documenti stabiliscono che la letteratura scientifica liberamente accessibile on-line è quella che i ricercatori cedono senza corrispettivo economico e quindi per Open Access si intende la libera disponibilità in rete di questa letteratura e la possibilità per ogni utente di leggere, scaricare, copiare, stampare, distribuire, ricercare, creare dei link ai full text, indicizzare, passarne i dati al software, o utilizzarla per ogni altro scopo legale senza altre barriere finanziarie, legali o tecniche da quelle inseparabili dall’accesso ad internet.


La sola restrizione sulla riproduzione e la distribuzione, ed il solo ruolo per il copyright in quest’ambito, dovrebbe riguardare il mantenimento del controllo dell’autore sull’integrità dell’opera ed il diritto di essere riconosciuto e citato correttamente (Authorship).


La Dichiarazione di Messina (2004)  segna l’ingresso della comunità accademica italiana nel movimento europeo e internazionale sull’accesso aperto.

 

 

Le strategie dell'Open Access

 

L’Accesso Aperto favorisce la disseminazione e l’impatto della ricerca scientifica percorrendo un doppio binario:


Archivi istituzionali

  • la cosiddetta green road, che consiste nel deposito immediato dei prodotti della ricerca (pubblicazioni scientifiche, tesi di dottorato, materiali didattici) in un Repository istituzionale tramite autoarchiviazione (self archiving) ed è una modalità complementare alla pubblicazione tradizionale che un contratto editoriale correttamente concordato, che preveda la ritenzione del copyright da parte degli autori sulle proprie produzioni intellettuali per ulteriori usi e rielaborazioni nella didattica e nella ricerca e per il deposito negli archivi aperti di Ateneo, consente

Editoria OA

  • la cosiddetta gold road, cioè il sostegno alla pubblicazione entro iniziative di editoria elettronica sostenibile: articoli scientifici pubblicati, molto spesso a seguito di regolare processo di validazione (referaggio), su periodici ad accesso aperto (Open Access Journals), riviste ad accesso gratuito liberamente consultabili in rete; la gold road è una modalità alternativa alla pubblicazione tradizionale con abbonamento a pagamento
  • il modello ibrido fa ricadere costi contenuti di pubblicazione sull’autore o sull'istituzione di appartenenza, che paga una quota per le spese di pubblicazione in cambio della garanzia del processo di peer-review

Le due modalità sono complementari e si incontrano sul piano di una strategia comune che, partendo dal presupposto che tutto ciò che è stato finanziato con denaro pubblico dovrebbe essere per definizione liberamente accessibile a tutti, punta alla massima disseminazione dei prodotti della ricerca.

 

 

Gli Atenei e le politiche a favore dell'Open Access

 

L’adozione di politiche ispirate all’Open Access è ormai un imperativo categorico per gli Atenei che, generatori di ricerca primaria più di ogni altra istituzione pubblica, si scontrano con l’intollerabile paradosso di finanziare con denaro pubblico la ricerca, cederne poi gratuitamente i risultati agli editori e riacquistarli infine a prezzo esorbitante in forma di abbonamento.


Se dunque per gli Atenei, patrocinati peraltro dalla CRUI tramite il Gruppo di lavoro sull'Open Access, impiantare depositi istituzionali dove convogliare i prodotti della ricerca è una necessità e una responsabilità istituzionale, per ricercatori e corpo docente l’autoarchiviazione volontaria dei propri lavori va  intesa come un atto doveroso e indispensabile nei confronti dell’istituzione di appartenenza.


La filosofia dell’Open Access interpreta compiutamente il duplice paradigma su cui si fonda la core mission dell’Università: la ricerca, intesa come produzione di conoscenza e disseminazione dei suoi contenuti entro i circuiti di comunicazione scientifica, e la didattica, come distribuzione di prodotti intellettuali finalizzati alla produzione di nuova conoscenza.

L’Open Access concorre al raggiungimento del duplice obiettivo istituzionale offrendo veicoli privilegiati di comunicazione per l’ambito accademico che sfruttano il doppio canale dell’autoarchiviazione nei depositi istituzionali (Open Archive) e dell’incoraggiamento alla pubblicazione su riviste ad accesso aperto.

 

 

I vantaggi dell'Open Access per gli Atenei

 

I vantaggi tangibili che l'adozione di politiche OA produce per gli Atenei che le perseguono sono:

 

Aumento della visibilità della ricerca
disseminare il proprio lavoro in rete conferisce massima visibilità e impatto alla propria attività intellettuale, i risultati delle ricerca si vedono prima (non si devono attendere i tempi di stampa) e si vedono di più e il prestigio e il numero delle citazioni legate al nome dell’autore e le opportunità di finanziamento e di carriera aumentano di conseguenza

 

Aumento del potenziale attrattivo dell’Ateneo
la visibilità e la libera consultabilità dei risultati della ricerca prodotti dall’istituzione valorizza il prestigio di docenti e ricercatori e aumenta il potenziale attrattivo dell’Ateneo presso gli studenti, rendendolo più concorrenziale nei confronti delle altre istituzioni, e gli conferisce maggiori possibilità di richiamare finanziamenti, progetti e collaborazioni

 

Risparmio economico
non è più necessario sottoscrivere costosi abbonamenti a periodici elettronici per accedere alle pubblicazioni scientifiche prodotte in Ateneo

 

Indici citazionali
un prodotto intellettuale archiviato in un repository conforme agli standard (protocollo OAI-PMH) viene indicizzato molto di più dai motori di ricerca e i suoi metadati esposti (autore, titolo, etc.) balzano nelle prime pagine dei risultati di ricerca e si assicurano un ranking molto elevato: più viene recuperato, più viene letto, più citazioni ottiene rispetto allo stesso articolo in formato cartaceo o in formato elettronico, ma pubblicato su un sito editoriale o su un sito non OAI-PMH (ad esempio il sito personale dell’autore)

 

Indicatori di valutazione alternativi all’Impact Factor
l’Impact Factor è da tempo soggetto a troppe critiche per rimanere l’unico indicatore di qualità di un prodotto di ricerca e si stanno facendo avanti nuovi meccanismi di estrazione di citazioni e nuovi motori di ricerca di citazioni non condizionati dalle logiche imposte dall'IF.
La “webometria” studia nuove metriche di valutazione dell’impatto alternative all’IF basate sull’uso (download) e sulle citazioni, parametri fortemente influenzati dall’essere o meno un contributo Open Access.
Tra gli indicatori di valutazione di tipo “webometrico” di nuova generazione stanno assumendo peso sempre maggiore i motori di ricerca generalisti, come Google, e specialistici (ad es.: Google Scholar, Scirus, Pleiadi, OAIster, etc.) e gli archivi aperti istituzionali e disciplinari che, grazie al protocollo OAI-PMH, aumentano la disseminazione sul web e ne massimizzano l’impatto

 

Anagrafe e valutazione della ricerca
Un deposito istituzionale dove il personale dell’Ateneo autoarchivia in formato digitale il full-text dei prodotti della ricerca (pubblicazioni, articoli, brevetti, partecipazioni a congressi) diventa una componente integrante dell’Anagrafe della ricerca, sia in termini quantitativi che qualitativi (peer-review), e reso opportunamente interoperabile con essa, costituisce uno strumento di supporto al processo di valutazione dei prodotti della ricerca scientifica e consente un controllo completo sulla produzione intellettuale dell’Ateneo nella sua globalità

 

 

La CRUI a sostegno dell'Open Access

 

Nel novembre 2004 la CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, promuove a Messina il convegno Gli Atenei italiani per l’Open Access: verso l’accesso aperto alla letteratura di ricerca.

In seguito all’evento, e nel giro di alcuni mesi, i Rettori di 75 università su 77 firmano la “Dichiarazione di Messina in sostegno della Dichiarazione di Berlino e dell’accesso aperto”.

Attraverso questo documento ufficiale gli Atenei italiani riconoscono nelle strategie dell’Open Access gli strumenti efficaci di diffusione del sapere scientifico e di crescita economica e culturale della società e si impegnano per la disseminazione gratuita del sapere scientifico.
A sostegno di quanto espresso a Messina, nel 2006 la CRUI promuove all’interno della sua Commissione Biblioteche la costituzione di un nuovo gruppo di lavoro, il Gruppo di lavoro sull'Open Access.

Attraverso questo strumento operativo la CRUI avoca a sè un ruolo attivo nell’incentivazione delle iniziative editoriali accademiche ad accesso aperto e nella ricerca di una linea comune per definire linee guida e raccomandazioni per standardizzare le politiche nazionali di Ateneo destinate a sostenere i principi dell’Accesso aperto.

Obiettivo della CRUI è sensibilizzare la comunità accademica all’adozione di politiche a sostegno dell’Open Access, favorendo la creazione e l’utilizzo di archivi istituzionali aperti in ogni Ateneo e incoraggiando alla pubblicazione di articoli sulle riviste ad accesso aperto.

 

Documenti CRUI – Gruppo di lavoro Open Access


Dal 2006 ad oggi il gruppo di lavoro ha prodotto standard e raccomandazioni per uniformare le procedure a livello nazionale:

 

Linee guida per gli archivi istituzionali
Riviste ad accesso aperto: linee guida

L’Open Access e la valutazione dei prodotti della ricerca scientifica: raccomandazioni

Linee guida per il deposito delle tesi di dottorato negli archivi aperti

 

 

 

 

 

Aggiornamento della pagina: 24.01.2012

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