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Sguardi di Genere

Workshop D - Differenze di genere e/o orientamento sessuale fra oppressione e privilegio

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CONVEGNO Sguardi di genere e sapere sociologico

Agrigento 29-30 maggio 2014

 

Workshop D ‒ Differenze di genere e/o orientamento sessuale fra oppressione e privilegio

Coordinatori: Emanuela Abbatecola e Cirus Rinaldi

 

CALL FOR ABSTRACT

 

Il workshop intende considerare lo spazio simbolico e culturale rappresentato da Mediterraneo e Adriatico quale convergenza intersezionale di oppressione e privilegio. Nello specifico, si invitano accademici e non accademici a presentare relazioni (relative a ricerche, a progetti di ricerca o di intervento) tesi a riflettere sulla dimensione liminale e divergente delle differenze (di genere, di orientamento sessuale, di etnia, di classe sociale, di età, di credo religioso, etc.) e sulle intersezioni di queste categorie, sulla loro interazione reciproca o con altre dimensioni identitarie, ora da considerarsi come dimensioni di privilegio, adesso di oppressione o di disuguaglianza sociale. Particolarmente sollecitata la riflessione postcoloniale, gender and post-colonial feminist theory, post-communist theory, LGBT theory, Critical race theory.

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Workshop D ‒ Differences of gender and sexual orientation between oppression and privilege

Coordinator and Discussant: Emanuela Abbatecola e Cirus Rinaldi

This workshop invites works that examine symbolic and cultural space represented by Mediterranean and Adriatic area as intersections domains of oppression and privilege. We invite scholars and independent researchers to elaborate experiences of both theoretical and empirical approaches to research on liminal dimensions of differences (gender, sex and sexuality, social class, ethno-racial, age, political and religious affiliations, etc.) and on the intersection of such identitary categories. We welcome contributions - in the format of a case study, literature review, research note or research article – especially Interdisciplinary and postdisciplinary domains, such as Queer studies, post-communist theory, LGBT theory and Critical race theory.

 

PARTECIPANTI:

Vulca Fidolini, Ph.D – Université de Strasbourg

Martina Lo Cascio, Ph.D – Università di Palermo

Cristina Ottaviano, professore associato – Università di Bergamo

Geovane Francisco de Souza, Ph.D – Universidad de Deusto

 

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PARTECIPANTE: Vulca Fidolini, Ph.D ‒ Université de Strasbourg – UMR 7367 « Dynamiques Européennes »

TITOLO: Modelli di maschilità e “vissuto sessuale” nella transizione all’étà adulta. Uno studio sui giovani marocchini musulmani in Francia e in Italia

ABSTRACT

Il paper propone un percorso d’analisi volto a riconoscere le rappresentazioni ideali che definiscono la costruzione della maschilità in una popolazione di giovani adulti marocchini, musulmani, immigrati in Francia e in Italia. Attraverso la presentazione dei loro racconti sessuali, con particolare riferimento all’esperienza eterosessuale, cercheremo di mostrare i tratti normativi e le rappresentazioni ideali della maschilità in quanto riferimenti che definiscono le condotte sessuali di questio giovani nel contesto della fase preconiugale.

Il contributo si basa sull’analisi di un ampio corpus di interviste semidirettive e su un lavoro etnografico durato due anni. Il paper tratterà due assi di ricerca specifici. Il primo cercherà di mostrare come le maschilità dei giovani marocchini siano differentemente messe in scena in funzione di diversi scripts sessuali, e come la costruzione di queste maschilità si mostri negli spazi dell’omosocialità, nella rappresentazione di un modello ideale di virilità e di “donna da sposare”, e nella gestione delle contraddittorie ingiunzioni esterne ad una sessualità “corretta”.

Il secondo asse invece cercherà di mostrare il ruolo decisivo che ricoprono certi valori e certe categorie fondamentali per l’affermazione dell’identità maschile, concentrandosi in particolare sull’importanza attribuita da questi giovani al matrimonio e alla costruzione di un proprio nucleo familiare nel più ampio quadro della loro transizione all’éta adulta.

Esplorando il rapporto che i maschi marocchini costruiscono con le loro rappresentazioni ideali di maschilità cercheremo di rivelare come tali modelli egemonici contribuiscano a definire e rielaborare in permanenza i loro vissuti sessuali e il racconto che questi giovani ne fanno.

 

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PARTECIPANTE: Martina Lo Cascio, Ph.D candidate ‒ Università di Palermo

TITOLO: Il privilegio di essere donna in Tunisia. L'uso dei diritti civili nell'interpretazione dei cambiamenti nei paesi arabi

ABSTRACT

L'obiettivo di questo contributo è analizzare un doppio sguardo, la contraddizione insita nella crescente enfasi posta sui diritti civili come elemento dirimente nel formulare riflessioni riguardanti contesti economico sociali e culturali diversi da quello italiano o occidentale, evidente dalle ultime dichiarazioni dell'ex Premier Letta sul mancato rispetto dei diritti degli omosessuali in Russia alla rilevanza assunta, per la informazione italiana e francese, dell'emancipazione della donna nei paesi arabi in cui, dalla primavera del 2011, si sono verificati cambiamenti e la cittadinanza interrotta (Ferrari, R. 2013) che è la condizione delle donne migranti che con in loro progetto migratorio scompaginano confini patriarcali e mettono in luce con la loro esperienza viva i limiti e i paradossi di una cittadinanza occidentale dei diritti e dell'uguaglianza.

Al fine di analizzare in che senso vi sia una natura escludente insita nel concetto stesso di cittadinanza si interpreta la proiezione di questa che si è fatta dai media e dall'opinione pubblica che ha salutato positivamente le cosiddette primavere arabe e in particolare la “rivoluzione dei gelsomini” che già nel nome assunto esplicita un'attribuzione esterna ai contesti in cui si sviluppa (Massarelli, F. 2012)

Sin dall'inizio degli avvenimenti che hanno trasformato la Tunisia dal Dicembre 2010 è imperante l'interpretazione funzionale alle potenze occidentali che con lente simile hanno letto i cambiamenti di tutto il Magrheb e il Mashrek: dal ridurle a rivolte della rete minimizzando le istanze economiche e sociali a leggere le elezioni dell'assemblea tunisina costituente come un referendum pro o contro l'Islam moderato di Ennahda ben visto da Catherine Ashton e Hilary Clinton.

Questo escursus sviluppato nella seconda parte sarà utile ad evidenziare l'interdipendenza del livello economico sociale politico e culturale o dell'intrecciarsi della linea del colore del genere e della classe ( Mezzadra, S.- Ricciardi, M. 2013).

L'attenzione verrà focalizzata in una terza parte sulla vicenda di Amina Sboui nota come Amina Tyler, blogger tunisina che nel marzo 2013 diffuse una propria foto a seno nudo lanciando lo slogan “il corpo appartiene alla donna”. Analizzando l'interpretazione di alcuni dei principali mezzi di informazione italiana sulla vicenda di Amina si cercherà di far emergere ancora una volta il nesso tra l'essenzializzazione della questione di genere e un etnocentrismo politico ed economico che alimenta e utilizza queste tendenze (vedi i concetti già in uso di pinkwashing o leveraged pedagogy), (Kulpa, R. 2012- Chasin, A. 2000).

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PARTECIPANTE: Cristiana Ottaviano, prof.ssa associata – Università di Bergamo

TITOLO: Ruoli di genere e genitorialità: la sfida delle Rainbow Families

PAROLE CHIAVE: ruoli di genere, omogenitorialità, opzioni/legature

ABSTRACT

Il contributo riflette sulla sfida che le famiglie omogenitoriali (nelle quali, cioè, i genitori sono dello stesso sesso) – le cosiddette famiglie arcobaleno/Rainbow Families – pongono alle tradizionali divisioni di ruolo tra la donna moglie-madre e l’uomo marito-padre, ruoli tradizionalmente intesi come pre-orientati dall’appartenenza di genere, e dunque pre-determinati, rigidamente definiti e, soprattutto, necessariamente complementari. Coppie di donne e/o di uomini progettano percorsi di vita comune, generano figli e figlie, assumono ruoli genitoriali con modalità originali, flessibili e intercambiabili: gesti concreti di accudimento e di cura, così come di impegno educativo sono messi in atto da entrambi in virtù di caratteristiche, affinità personali, disponibilità di tempo e non in base a ‘destini’ istituiti dalle regole di genere. Queste nuove tipologie familiari (fenomeno statisticamente limitato, ma in crescita esponenziale, sia dal punto di vista numerico sia della visibilità sociale) pongono altre sfide che riguardano, per esempio, la messa in discussione del legame biologico quale fondamento indispensabile e inderogabile della genitorialità. Tali famiglie, infatti, condividendo progetti e percorsi originali e innovativi di filiazione, esplicitano che il legame genitoriale non è automaticamente definito – come, peraltro, molti casi di cronaca evidenziano – dalla partecipazione all’evento biologico della procreazione, ma si declina essenzialmente in termini di assunzione di responsabilità nei confronti dei bambini e delle bambine che si mettono al mondo, ai quali si decide di “fare spazio”. Opportunità di andare oltre l’oppressione, punto di vista privilegiato autopercepito, scontando però anche molta fatica e solitudine (opzioni e legature, direbbe Dahrendorf): a causa dell’omofobia diffusa, del mancato riconoscimento di diritti e dell’assenza di modelli cui riferirsi.

Il lavoro presentato prende spunto dalla riflessione recente su tali tematiche in un’ottica interdisciplinare (antropologica e sociologica, ma anche psicologica e pedagogica) e dalla pluriennale esperienza diretta dell’autrice nella condivisione di percorsi di vita, di confronto, di riflessività all'interno dell'Associazione Famiglie Arcobaleno, attiva in Italia da quasi un decennio.

 

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PARTECIPANTE: Geovane Francisco de Souza, Ph.D ‒ Universidad de Deusto - Equipo de Investigación: Análisis de los Valores Sociales

TITOLO: LOS BRASILEÑOS Y EL SUEÑO EUROPEO: UN ESTUDIO SOBRE LA CALIDAD DE VIDA Y LA REALIDAD DE LOS PROFESIONALES DEL SEXO BRASILEÑOS EN ESPAÑA

PAROLE CHIAVE: calidad de vida, prostitución masculina, inmigración, exclusión social brasileños

ABSTRACT

La prostitución masculina emerge en situaciones de vulnerabilidad social o personal. Sin embargo, situarse en la prostitución como actividad supone estigma en muchas de las esferas de las personas que ejercen la prostitución. Cuando se hace referencia a los procesos de exclusión que viven diferentes sectores de la comunidad más vulnerables, muchas veces en sus textos no incluyen a quien practica la prostitución, esta exclusión no es tan visible como otras exclusiones.

En este sentido en este proyecto, buscamos conocer las actuales condiciones de calidad de vida de este grupo de inmigrantes y conocer una realidad social muy sensible, como es la prostitución masculina, que nos permite una aproximación sobre las características generales de la prostitución masculina brasileña en España, medir su calidad de vida y mas que eso presentar un panorama de su calidad de vida en la actualidad.