22. Pseudo-Seneca
Questa testa bronzea, ascrivibile alla fine del I secolo a.C., apparteneva al ricchissimo arredo scultoreo della c.d. Villa dei Papiri di Ercolano, scavata nel periodo borbonico. Il volto, tuttavia, era noto da molto più tempo, essendo documentato da un numero molto rilevante di repliche (attualmente se ne conoscono più di quaranta). Già alla fine del ‘500 era stato analizzato da Fulvio Orsini, l’antesignano delle ricerche iconografiche, il quale era stato il primo a proporne l’identificazione con Seneca, finché la scoperta di un’erma doppia raffigurante Socrate e Seneca coi relativi nomi iscritti, avvenuta nel 1813, chiarì che il filosofo cordubense non mostrava tali fattezze.
Certo maturato nel periodo medioellenistico, probabilmente intorno al 200 a.C., il prototipo dello Pseudo-Seneca, come continua a essere chiamato per convenzione, si iscrive nell’abbondante produzione di ritratti di vecchi intellettuali, di cui costituisce l’esito forse più impressionante, per il realismo quasi eccessivo con cui sono rappresentati i segni dell’età e la trasandatezza dei capelli scomposti e della barba incolta. Il personaggio potrebbe essere confuso con certe immagini di contadini e pescatori diffusi nella scultura ellenistica, di cui condivide molti tratti, se non fosse per l’intensa forza spirituale che lo permea. È infatti possibile riconoscerlo sicuramente come poeta (e di gran fama, data la quantità delle attestazioni), per via della presenza di una corona d’edera, che compare su una sola delle repliche, conservata nelle collezioni del Museo Nazionale Romano. Molti nomi di celebri poeti sono stati avanzati dagli studiosi negli anni passati, tuttavia oggi riscuote un discreto consenso l’identificazione con Esiodo. Benché, allo stato attuale delle conoscenze, non si possa raggiungere alcuna certezza in proposito, la rudezza dei tratti e la negligenza con cui sono tenute chioma e barba sembrano particolarmente appropriate per un’immagine da riferire al grande cantore del lavoro dei campi e della fatica umana.
Calco in scala 1:1, che riproduce anche il moderno sostegno sagomato in marmo a pianta rotonda, pur con qualche variazione (come l’aggiunta del basso plinto parallelepipedo dagli angoli smussati).
Inventario: SA 532.
Misure: cm 46,5 (ha totale) x 22,5.
Bibliografia: S. Rambaldi, La Gipsoteca del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo. Storia e Catalogo, Palermo, Palermo University Press, 2017 (“Artes”, n.s. 2), pp. 76-77, nr. 22 (con bibliografia di riferimento sull’originale).