Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

STUDENTI/Erasmus, per i palermitani la prima destinazione è la Spagna

9-lug-2009

Ascolta

E’ la Spagna il Paese “gemello” di Palermo per la mobilità internazionale degli studenti. Vanno nella patria della corrida più della metà degli studenti dell’Università di Palermo che usufruiscono delle borse di studio Socrates/Erasmus e tra tutti gli studenti stranieri che vengono a Palermo gli spagnoli sono al primo posto col 46%. Sono alcuni dei dati presentati al dipartimento di Scienze fisiche e astronomiche, in occasione della Giornata nazionale Erasmus, che ogni anno viene organizzata dall’Agenzia nazionale Lifelong Learning Programme Italia in una diversa città italiana. Il programma di studio all’estero nato nel 1987 per volontà della Comunità europea ha portato nei Paesi del Vecchio Continente migliaia e migliaia di studenti universitari. Ieri e oggi a Palermo sono stati messi a confronto dati, esperienze, prossimi progetti.
Gli studenti palermitani che decidono di trascorrere un periodo da tre mesi a un anno all’estero sono ancora pochi, ma in sensibile aumento negli ultimi anni. Dai 357 del 2004/05 si è passati ai 370 del 2007/08, e i dati parziali del 2008/09 parlano già di 335 ragazzi partiti. Tra le facoltà è in testa Lettere, da cui proviene un quarto degli studenti che partecipano all’Erasmus, seguono Giurisprudenza, Ingegneria e Architettura. La Spagna è la meta preferita dal 51% dei partecipanti, seguono con l’8% Germania, Francia e Portogallo.
Anche gli studenti in arrivo dai Paesi inseriti negli scambi Erasmus sono in crescita: dai 153 del 2005/06 si è passati ai 191 del 2008/09. Oltre agli spagnoli, sono presenti tedeschi, polacchi, portoghesi, francesi, rumeni e turchi.
“L’Erasmus non è solo mobilità, ma è anche un’occasione di placement, per favorire i contatti degli studenti con il mondo del lavoro – afferma il rettore Roberto Lagalla -. I numeri dei partecipanti ai progetti di mobilità internazionale sono in crescita, ma sono ancora bassi per le potenzialità di un grande Ateneo come quello di Palermo. Segno che è necessario risolvere problemi di strutture e investire nei pacchetti didattici all’estero”.