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RICERCA/Pubblicato il primo lavoro sui dati epidemiologici e fattori ambientali

4-dic-2009

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Sulla prestigiosa rivista americana di oncologia Journal of National Cancer Institute è stato pubblicato il primo lavoro sui dati epidemiologici e fattori ambientali in Sicilia. Lo studio è il risultato di una ricerca degli Istituti di Endocrinologia dell’Università di Catania, Messina e Palermo insieme all’Endocrinologia dell’Ospedale Cervello di Palermo e all’Osservatorio Epidemiologico Regionale e al Centro di epidemiologia e statistica dell’INSERM di Parigi ed all’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale).
“Lo studio divulgato lo scorso 5 novembre – spiega Carla Giordano, responsabile del gruppo di ricerca palermitano - documenta che nella provincia di Catania è aumentato essenzialmente il carcinoma papillifero della tiroide ed in particolare la forma dovuta ad una alterazione molecolare di BRAF, un oncogene che causa il cancro e che è alterato nel 52 per cento dei casi a Catania contro il 33 per cento nel resto della Sicilia. In Sicilia i tumori tiroidei oltre che nella provincia di Catania sono lievemente aumentati nelle aree urbane rispetto a quelle rurali mentre nessuna influenza hanno le zone industriali (tipo Augusta, Termini Imerese) né le zone con scarsità di iodio”.
L’equipe ha lavorato insieme pervenendo alla raccolta di quasi 2.000 casi di tumore della tiroide che ha permesso ai ricercatori, oltre alla valutazione epidemiologica, anche un'analisi molecolare che ha consentito di riconoscere un evento mutazionale genico (BRAFv600E) che costituisce un fattore di rischio del tumore tiroideo papillare connesso a fattori ambientali.
“I tumori, in Sicilia, sono un po’ meno frequenti che nel Nord Italia – aggiunge Carla Giordano - ma se guardiamo al tumore della tiroide, la frequenza in Sicilia è aumentata rispetto al resto dell’Italia. Ma questo aumento non interessa tutto il territorio siciliano, ma essenzialmente la provincia di Catania. Qui l’incidenza (il numero di nuovi casi di tumore ogni anno) è di 31.7 per ogni 100.000 residenti per le donne (14.1 nel resto della Sicilia) e di 6.4 negli uomini (3.0 nel resto della Sicilia)”