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RICERCA/Grave rischio per la biodiversità Siciliana

2-nov-2011

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Una delle principali minacce alla conservazione della biodiversità è considerata la diffusione di specie alloctone capaci di competere, predare o comunque interagire in maniera negativa con le specie native. È il caso della recente introduzione, in Sicilia, dello Xenopo liscio, un anfibio originario dell’Africa sub-sahariana, rinvenuto per la prima volta nel 2004 nel territorio isolano e che ha dato origine all’unica popolazione presente in Italia. I recenti studi condotti sulle interazioni tra alcune specie di anfibi nativi della Sicilia e la specie aliena, hanno dimostrato come la presenza di quest’ultima può determinare un collasso delle popolazioni autoctone di Discoglosso dipinto, Raganella e Rana verde. I risultati degli studi, condotti dal laboratorio del prof. Mario Lo Valvo del dipartimento di Biologia Ambientale e Biodiversità dell’Università di Palermo, insieme a Francesco Lillo e Francesco Paolo Faraone, recentemente dottorati in Biologia Animale, sono stati pubblicati sulla rivista Biological Invasions, evidenziando una minaccia concreta per la conservazione e la salvaguardia degli anfibi siciliani. Il contributo scientifico della ricerca non ha tuttavia esclusivamente una valenza locale. Gli effetti della diffusione dello Xenopo liscio, infatti, hanno suscitato notevoli preoccupazioni in diverse parti del mondo in cui questa specie si è naturalizzata (Francia, Inghilterra, Portogallo, Cile, California, Giappone), ma questa è la prima volta che si riesce a dimostrare l’effettivo impatto negativo di questa specie sugli ecosistemi naturali.