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PROGETTO/Cambogia: formazione operatori esperti conservazione beni culturali

24-feb-2012

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Il “Progetto Cambogia” nato a seguito di un accordo firmato dal Rettore Roberto Lagalla e dal Ministero della Cultura del Regno di Cambogia e che deriva dall'esperienza del corso di laurea in “Conservazione e Recupero dei beni culturali”, fiore all’occhiello dell’Università di Palermo, nell’ambito del programma di cooperazione, finanziato dalla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri.
La fase di attuazione del “Progetto in Cambogia” ha avuto inizio lo scorso 12 dicembre 2011 con l’arrivo a Siem Reap dei primi due docenti dell’Università di Palermo, Giovanni Rizzo, coordinatore delle attività didattiche e Lorella Pellegrino, coordinatrice delle attività del laboratorio di restauro e qualche giorno dopo si è aggiunta Gabriella D’Agostino che ha raggiunto Siem Reap.
“I primi giorni sono stati dedicati all’organizzazione della sede del corso all’interno della Conservation d’Angkor – spiega il responsabile e coordinatore Pasquale Assennato, delegato del rettore alle “Relazioni Internazionali di Ateneo” – successivamente è stato effettuato il primo sopralluogo, alla presenza del professore Beschaouch, di Bun Narith, Direttore Generale dell’APSARA, di Kéria Chau Sun, Direttore del Dipartimento della Cultura e dei Musei dell’APSARA, di Tan Sambon, responsabile del patrimonio edilizio della Conservation ed è stata messa a disposizione un’intera palazzina a due elevazioni e un’altra sarà presto ristrutturata per destinarla alla disinfestazione e alla successiva quarantena delle statue. Si è constatato che la parte cambogiana ha realizzato tutte le opere che erano state richieste nella fase di progettazione del corso”.
La cerimonia ufficiale di apertura del corso si è tenuta il 26 dicembre, alla presenza del vice Ministro della Cultura Chuch Phoeurn e del Direttore Generale dell’APSARA Bun Narith, oltre a numerose altre autorità cambogiane.
Gli allievi selezionati a partecipare al progetto, provengono dall’APSARA, dalla Royal University of Fine Arts (RUFA) e dalla National Authority for Preah Vihear (le ultime due dipendono dal Ministry of Culture and Fine Arts). Sono quindici laureati in archeologia, quattro architetti e un laureato in turismo culturale.
Nel periodo di avvio delle attività, i professori D’Agostino, Pellegrino e Rizzo hanno reperito sulle piazze di Siem Reap e di Phnom Penh diverse attrezzature, materiali ed elementi di arredamento, che hanno consentito di rendere immediatamente operativo il Laboratorio. Già dai primi giorni del 2012 alcune opere sono state trasferite dai magazzini della Conservation d’Angkor al Laboratorio di Restauro e gli allievi del corso hanno iniziato la loro esperienza di intervento sulle superfici, eseguendo alcune operazioni semplici di pulitura e di pre-consolidamento, sotto la guida di un restauratore esperto e di due giovani tutor, neolaureati in conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Palermo in attività di tirocinio postlaurea, e assistendo, per il momento, agli interventi più impegnativi.
Proprio in questi giorni si è concluso il primo periodo, dedicato ai materiali metallici, sotto la guida di Ludovica Nicolai, esperta restauratrice recentemente impegnata a Firenze nel restauro delle porte bronzee del Battistero.
“Su alcuni manufatti di piccole dimensioni le operazioni di conservazione sono state completate – aggiunge Giovanni Rizzo, coordinatore delle attività didattiche - mentre su alcuni manufatti più impegnativi sono state eseguite le operazioni preliminari di pulitura e alcune indagini diagnostiche (presso l’Università di Palermo). Si tratta di un grande tamburo di bronzo, particolarmente interessante in quanto di epoca pre-angkoriana, e di due tartarughe a grandezza naturale, facenti parte di un gruppo di quattro, provenienti da uno scavo archeologico di oltre venti anni fa. L’intervento su queste opere sarà completato nel corso del secondo modulo sui materiali metallici, che si terrà tra ottobre e dicembre 2012”.