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PASQUA/Lagalla e Romeo invitano al servizio e alla collaborazione

6-apr-2012

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“Il valore della missione e del servizio è quello che giorno per giorno deve spingerci a compiere fino in fondo il nostro dovere sapendo che il dovere di ciascuno di noi è la tessera di un mosaico che guarda all’interesse generale e in particolare all’interesse e al futuro dei giovani e questo noi non dobbiamo mai dimenticarlo”. E’ quanto ha affermato il rettore Roberto Lagalla, al termine della celebrazione Eucaristica, presieduta dal cardinale Paolo Romeo che ha aderito al suo invito di celebrare allo Steri in preparazione della Pasqua. Alla santa Messa, animata dal coro del’Università diretto dal maestro Piero Gizzi, hanno partecipato altresì, il pro rettore vicario Ennio Cardona, il direttore amministrativo Antonio Valenti, il preside della facoltà di Agraria Giuseppe Giordano, il delegato Calogero Licata, i dirigenti e il personale tecnico amministrativo in servizio presso il rettorato. “In questa stessa aula, pochi giorni fa si è svolto un confronto importante e significativo – ha aggiunto il rettore – in cui si è dibattuto sui temi della cultura tra i valori dei credenti e i non credenti. Ieri in questa stessa aula ha portato la sua testimonianza, un giornalista che si professa ateo, Eugenio Scalfari, oggi in questa stessa aula, celebriamo per chi come noi è credente a testimonianza concreta, non formale della laicità dell’Università intesa come luogo di confronto e di dialogo fra credi diversi, tra etnie diverse, fra pensieri diversi. Questa è la ricchezza vera ed aggiunta dell’Università, istituzione di cultura che però per nessun motivo può estromettere il valore di chi crede all’interno di se stesso e nel suo complesso. E’ questo il motivo per il quale ho voluto riprendere dopo tanti anni di interruzione, fin dal mio insediamento, la tradizione di svolgere, dentro l’Ateneo, le celebrazioni religiose alle quali liberamente si accede in occasione delle solennità di Pasqua e di Natale. Questo perché la libertà dell’uomo impone di potere scegliere, ma la libertà dell’istituzione impone anche di sapere proporre”. Durante l’omelia, l’Arcivescovo aveva esortato i presenti al valore del servizio. “Dalla vocazione del servire, nessuno di noi può sentirsi escluso – ha detto Romeo – perché o ci salviamo insieme o non ci salviamo affatto. Dobbiamo mettere pertanto da parte gli egoismi e dare tutti il nostro contributo. Il Signore ci invita a camminare nella fratellanza non legata a categorie, abbattendo le barriere psicologiche che ci creiamo noi stessi”. Lagalla riprendendo l’omelia ha quindi aggiunto: “Il senso del servizio che qualifica e da valore alla missione attraverso la disponibilità della persona è la comprensione dell’altro. Questo vuol dire anche guardare alla qualità del rapporto interpersonale tra collega e collega, tra amministrazione ed utenza, soprattutto quando l’utenza come nel nostro caso è fragile e certamente rispetto a noi, meno provvista di strumenti di interlocuzione. Guardiamo ai giovani, guardiamo al loro futuro, guardiamo alle loro esigenze del presente e non chiudiamo il nostro concetto di servizio e di missione all’interno di un ritorno ed asfittico respiro professionale, perché ricadremo nello stesso errore che contestiamo alla politica, cioè per il potere, ma il servizio per gli altri. Queste riflessioni sono profondamente cristiane e cattoliche, ma sono anche valori della comunità e della civiltà che credo debbano essere in qualche modo ulteriormente riproposti e sottolineati in occasione della festa della gioia cristiana che è la Pasqua. Approfitto di questa occasione, assolti i ringraziamenti che ho già rivolto a Sua Eminenza che guida con mano pastorale ferma la Chiesa palermitana, per rivolgere a tutti voi alle vostre alle vostre famiglie a tutti coloro che fanno parte della nostra comunità, gli auguri più cari più affettuosi e più sentiti di una serena Pasqua, ma soprattutto il ringraziamento per il vostro lavoro e il vostro impegno, certo che insieme continueremo un lavoro che ci ha visto con fatica, non senza difficoltà, affrontare le sfide e i problemi della complessità e della crisi, lo ha detto Sua Eminenza che non esiste vita non esiste esistenza senza problemi e senza difficoltà. Dobbiamo essere disposti ad affrontare queste difficoltà e a pretendere prima di tutto e prima di ogni altra cosa, da noi stessi, con responsabilità e impegno, e per chi ci crede con l’aiuto di Dio”.