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6-mag-2021

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Come garantire la conformità della propria rivista scientifica ai requisiti previsti nel Regolamento di Ateneo

Il Servizio speciale SBA ha predisposto una lista di controllo utile alla progettazione/riprogettazione di una rivista scientifica di Ateneo, e alla redazione di un proprio Regolamento che ne disciplini il funzionamento. Gli elementi riportati qui di seguito permettono di verificare agevolmente la conformità della propria rivista scientifica con riguardo a ciascuno degli aspetti normati dal Regolamento per le riviste scientifiche di proprietà dell’Ateneo, di singoli dipartimenti o di centri interdipartimentali dell’Università degli Studi di Palermo - D. R. n. 1578 del 01/04/2021.


1. Prerequisiti

[Regolamento]. Premessa: ... "Ai sensi del presente Regolamento, si intendono come 'Riviste' dei prodotti editoriali con valore scientifico a carattere seriale e multi-autoriale, con pubblicazione in forma elettronica (ed eventualmente anche cartacea) a cadenza periodica programmata" (per esempio: mensile, trimestrale, semestrale, annuale).

1.1 - Esistenza di una versione elettronica

Il base al nostro Regolamento, lo scenario normale, con riferimento alla modalità di pubblicazione di una rivista scientifica di Ateneo, consiste nell'esistenza di una versione digitale dei contenuti, eventualmente accompagnata dalla corrispondente versione nel tradizionale formato cartaceo. La versione elettronica, distribuita on line in versione full-text ad accesso aperto presenta numerosi vantaggi in termini di disseminazione e impatto dei contenuti presso la comunità scientifica (cfr. l'art. 1, comma 2, del Regolamento: "Nella gestione delle riviste deve tenersi conto, altresì, dell'adesione dell'Ateneo alle politiche attive in materia di accesso aperto"). Occorrerebbe pertanto assicurare:

- che i dati bibliografici relativi ai contenuti della rivista siano descritti a livello di articolo in apposite pagine .html mediante l'impiego di opportune piattaforme Web, siano esse ospitate nel portale di Ateneo o in altro sito editoriale;

- che tramite la navigazione dei dati bibliografici dal sito della rivista, sia consentito agli utenti finali di potere scaricare i contenuti "full-text" (a seguito di un periodo di embargo, o meno).

1.2 - Periodicità regolare (possibilmente almeno semestrale)

La cadenza regolare e puntuale della pubblicazione periodica (secondo la scelta compiuta dall'editore), insieme con la multi-autorialità, è un elemento cruciale per disambiguare con chiarezza le riviste scientifiche dalle collane di monografie. La regolarità dell'intervallo distingue il periodico da altre pubblicazioni seriali costituite da monografie (collane, working papers), senza impedire peraltro che, in date circostanze, uno o più numeri di una rivista possano assumere anche carattere monografico (identificabili, in tal caso, con un codice ISBN aggiunto all'ISSN della rivista per ciascun numero monografico).

Occorre aggiungere ulteriori considerazioni in ordine all'opportunità di fare includere una rivista nei database bibliografici internazionali a scopo di indicizzazione, disseminazione, e acquisizione delle metriche citazionali per gli articoli. Ad esempio, sia Scopus che Web of Science, tra i criteri di inclusione previsti per l'inclusione di una rivista nelle loro banche dati, prendono in considerazione una periodicità non estesa oltre il semestre (= almeno due numeri l'anno), e controllano rigorosamente la puntualità delle uscite di ciascun numero come spia della serietà e dell'affidabilità della rivista stessa. Occorre pertanto:

- programmare una periodicità congrua (es. bimestrale, trimestrale, quadrimestrale, semestrale), determinandola in rapporto alla capacità della Rivista di attrarre contenuti con continuità, ma anche in rapporto alle forze redazionali in campo, allo scopo di riuscire a mantenere gli intervalli di pubblicazione più stabili possibile nel tempo;

- prevedere un ciclo di produzione dei singoli fascicoli più fluido e snello possibile, in modo da riuscire a rispettare le scadenze di pubblicazione.


2. Aspetti formali

[Regolamento]. Art. 3: "Ciascuna rivista di proprietà dell'Ateneo o di una delle strutture di ricerca afferenti all'Ateneo [...] deve essere munita di un proprio Regolamento". Art. 2: "[...] L'attivazione di una nuova Rivista è formalizzata con delibera del Consiglio di Dipartimento"; "[...] La sede legale della Rivista è quella della struttura che ne ha promosso l'attivazione"; "[...] ciascuna Rivista acquisisce il marchio dell'Ateneo".

2.1 - Adozione di un Regolamento della Rivista

Ciascuna rivista deve essere munita di un Regolamento, in forma pubblica e conforme alla disciplina del Regolamento di Ateneo (D.R. n. 1578 del 01/04/2021).

2.2 - Attivazione della Rivista con Delibera

Il Consiglio della struttura di Ateneo che attiva la Rivista (Dipartimento o sede amministrativa del Centro Interdipartimentale), a prescindere da quale sia la fonte di finanziamento:

- approva il Regolamento della Rivista come sopra;

- ratifica l'attivazione della Rivista con propria delibera formale;

- trasmette il Regolamento così approvato al Senato Accademico, attendendone il parere vincolante previsto all'art. 2. 

2.3 - Sede legale

Gli atti amministrativo-contabili della Rivista, sia in entrata che in uscita, sono iscritti nel bilancio della struttura sede della Rivista, cioè il Dipartimento o Centro interdipartimentale che ne ha promosso l'attivazione.

2.4 - Marchio dell'Ateneo

L'acquisizione del marchio di Ateneo sancisce che la proprietà della Rivista resta in capo all'Università degli studi di Palermo.


3. Aspetti di contenuto

[Regolamento]. Art. 4: "Il Regolamento della Rivista deve indicare: a) il settore o i settori scientifico-disciplinari di riferimento; b) gli organi della Rivista [...]; c) la forma e le modalità di pubblicazione [...]; d) [...] periodicità di pubblicazione; e) la tipologia delle pubblicazioni ospitate, i criteri di selezione e ammissione, il workflow editoriale; f) [...] obblighi di deposito legale."

3.1 - Settore/i scientifico-disciplinare/i 

La scelta del/dei SSD della Rivista, che deve essere esplicitata nel Regolamento, è molto importante e va ponderata con riferimento ai sistemi di classificazione delle riviste secondo il criterio disciplinare che sono maggiormente impiegati a livello sia nazionale che internazionale. Per quanto riguarda l'ambito nazionale, è opportuno fare sempre riferimento agli SSD di cui al DM 04/10/2000 e s.m.i., tenendo conto del fatto che, per le Aree non bibliometriche, tale scelta può avere un suo peso anche in funzione dell'inserimento della rivista in specifici elenchi redatti e aggiornati dall'ANVUR nell'ambito delle attività di classificazione delle riviste scientifiche e di classe "A" espletate dall'Agenzia ai fini del calcolo degli indicatori dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (a partire dal 2012) e ai fini dell’accreditamento dei corsi di dottorato di ricerca (a partire dall'a.a. 2017-2018). Approfondimenti sul tema ed elenchi aggiornati si trovano qui: <https://www.anvur.it/attivita/classificazione-delle-riviste/riferimenti-normativi/>. Per quanto riguarda l'ambito internazionale, bisognerebbe prendere in considerazione senz'altro i "Settori ERC" cioè la struttura dei raggruppamenti di discipline elaborata dal European Research Council <https://erc.europa.eu/sites/default/files/document/file/ERC_Panel_structure_2020.pdf>, come anche (soprattutto per i periodici il cui contenuto ricade prevalentemente nelle Aree bibliometriche) gli schemi di classificazione proprietari, definiti e implementati dai più influenti database bibliografici internazionali, che li adoperano per scopi di calcolo di impatto citazionale e costruzione di indici bibliometrici. Ci riferiamo naturalmente a Scopus, di Elsevier (che impiega la All Science Journal Classification, ASJC) e a Web of Science di Clarivate (che impiega lo schema della Subject Classification, SC). Una volta che una rivista è inclusa nel corpus indicizzato, i valori degli indicatori bibliometrici (es. Impact factor, Citescore) e il conseguente posizionamento della rivista anno per anno saranno calcolati anche con riferimento alle categorie disciplinari di pertinenza individuate.

3.2 - Organi di gestione (compiti, durata del mandato, modalità di designazione)

Come precisato all'art. 5 del Regolamento, ciascuna Rivista deve dotarsi: a) di un Comitato direttivo; b) di un Direttore responsabile (editor in chief); c) di un Comitato scientifico; d) di un Comitato editoriale. Competono al Comitato direttivo, retto dal Direttore responsabile, le scelte strategiche generali sulle finalità e sulla gestione e la programmazione della rivista, incluse le scelte relative a nomine, rinnovi, sostituzioni, integrazioni di membri in seno al Comitato scientifico; il Direttore responsabile e il Comitato direttivo, in accordo con il Comitato scientifico, devono garantire che la rivista persegua gli obiettivi e le finalità definiti in fase di attivazione, anche profilando adeguatamente le Sezioni tematiche e le Rubriche in cui è articolata la Rivista. Il Comitato scientifico, in quanto organo di consulenza e promozione scientifica della Rivista, è formato dalle "personalità di più alto profilo scientifico in ambito nazionale e internazionale per il settore o i settori scientifico-disciplinari di riferimento della rivista" (art. 5 comma 1 punto c) del Regolamento), con il compito di stimolare il grado di internazionalizzazione, di favorire la regolare sottomissione di articoli di qualità, e di individuare i revisori più adatti all'esame scientifico dei contributi pervenuti alla rivista, oppure provvedervi direttamente, in base alle proprie riconosciute competenze. Infine il Comitato editoriale, eventualmente retto da un Direttore editoriale, coordina l’attività della Redazione, occupandosi concretamente delle diverse fasi di gestione e programmazione (workflow) dei singoli fascicoli, e cura l'editing e la correzione delle bozze dei testi, come anche la presentazione e la coerenza formale del materiale pervenuto, accettato e referato, lo stile grafico e l'impaginazione finale.

Ciascun mandato ha una durata massima di tre anni, rinnovabile alla scadenza. Compete al Consiglio del Dipartimento o del Centro Dipartimentale validare ogni modifica che interviene nella composizione degli organi con apposite delibere (art. 5, commi 2 e 3).

3.3 - Forma e modalità di pubblicazione; Periodicità

L'Ateneo predilige e suggerisce la modalità on line ad accesso aperto e una periodicità regolare, possibilmente non più ampia del semestre (si veda 1. Prerequisiti (supra).

3.4 - I contributi da pubblicare: tipologie ammesse, criteri di selezione, flusso editoriale

Anche la strutturazione e l'articolazione dei contenuti dovrebbero essere descritti in modo inequivoco nel Regolamento della Rivista. La suddivisione in sezioni/rubriche permetterà di differenziarne le modalità di selezione e trattamento (alcune sezioni scientificamente più snelle o "leggere", come editoriali di presentazione, brevi note e rassegne, comunicazioni di eventi, recensioni e segnalazioni, tipicamente non saranno soggette a peer review). I criteri di selezione dovrebbero essere il più possibile chiari, stabili e anche rigorosi, per garantire buoni livelli di scientificità, coerenza e omogeneità al materiale via via pubblicato. La qualità della Rivista è garantita anche "mediante un'accurata attenzione al workflow editoriale e alle metodologie di referaggio" (art. 1, comma 1), pertanto anche in questo caso il Regolamento della rivista dovrebbe offrire informazioni trasparenti e dettagliate che possano orientare al meglio gli autori, il Comitato scientifico, i revisori e la Redazione. Il Regolamento di Ateneo prescrive che il regolamento della Rivista indichi senz'altro "il sistema di referaggio per tutti i contributi ospitati, che in ogni caso deve prevedere la certificazione del revisore in forma scritta, e la comunicazione della nota di revisione, in forma anonima, all'autore del contributo sottoposto a referaggio". 

3.5. - Deposito legale

L'impegno da parte degli editori della Rivista ad adempiere alle disposizioni di legge riguardanti un certo numero di copie eventualmente soggette a deposito obbligatorio, per la versione a stampa e/o per quella digitale, dovrà essere menzionato esplicitamente nel Regolamento. 

 

4. Garanzie di etica, integrità, trasparenza

[Regolamento]. Art. 6: "Il Regolamento della Rivista deve prevedere un apposito Codice etico [...] ispirato alle migliori pratiche pubblicistiche"; "Il Codice etico [...] deve comunque fare riferimento [...] seguenti aspetti: a) trattamento del materiale proposto dagli autori per la pubblicazione; b) decisioni sulla pubblicazione; c) doveri degli autori o coautori; d) doveri dei revisori; e) doveri dei componenti del Comitato direttivo; f) tempi massimi per l'espletamento delle attività di accettazione di un contributo, del suo referaggio e della sua pubblicazione". Art. 1: "Con il presente regolamento l'Università degli studi di Palermo indica linee guida finalizzate a promuovere nella conduzione delle riviste il rispetto di canoni etici, secondo principi di integrità, correttezza, trasparenza, pubblicità e collegialità".

4.1 - Codice etico della Rivista

Il nostro Regolamento suggerisce di menzionare esplicitmente nel testo del Codice etico l'adesione della Rivista alle linee guida internazionali in materia di integrità della ricerca scientifica che meglio si applichino agli scopi e all'ambito disciplinare coperto. Sono molte le Commissioni che hanno emanato linee guida autorevoli sull'argomento (tra le principali: COPE, CSE, ICMJE, etc.). Una rassegna sintetica su questo tema si trova anche nella Sezione "Fare ricerca" del nostro Portale Biblioteche, all'indirizzo <https://www.unipa.it/biblioteche/fare-ricerca/comunicazione-scientifica/paternita-intellettuale>, che tocca, tra l'altro, aspetti etici particolarmente delicati nell'ambito della paternità intellettuale (si veda in particolare il paragrafo conclusivo, "Aspetti problematici dell'autorship").

4.2 - Trattamento del materiale ricevuto

Nel Codice etico dovranno essere richiamare le norme fondamentali di tutela della riservatezza che vanno garantite per il materiale che la Rivista riceve ai fini della valutazione di accettazione (e del successivo workflow di pubblicazione, qualora l'articolo venga accettato). Pertanto nel Regolamento di Ateneo si sottolinea che "I manoscritti sottoposti dagli autori [...] devono essere trattati come documenti riservati. Essi non possono essere oggetto di discussione o circolazione con persone al di fuori del normale processo editoriale" (art. 6, comma 3).

4.3 - Decisioni sulla pubblicazione

Nel Codice etico si avrà cura di evidenziare che, ai fini dell'accettazione e della pubblicazione degli articoli proposti, i decisori della Rivista terranno conto "esclusivamente del valore scientifico, della rilevanza e dell'originalità del contenuto, senza discriminazioni" (art. 6, comma 4). L'afferenza, l'identità di genere, gli orientamenti religiosi e politici degli autori o altre variabili indipendenti dalla bontà del contenuto non possono essere motivo di pregiudizio o preclusione in sede di valutazione dei lavori sottomessi alla Rivista.

4.4 - Doveri degli autori

Anzitutto il Codice etico dovrebbe indicare la necessità di procedure e modalità chiare e trasparenti per permettere di distinguere correttamente, nella Rivista, natura e ruolo dei diversi apporti e contributi dei singoli co-autori con riferimento a ciascun articolo pubblicato (art. 6, comma 5). Utili spunti e riflessioni  in proposito si trovano anche nella Sezione "Fare ricerca" del nostro Portale Biblioteche, all'indirizzo <https://www.unipa.it/biblioteche/fare-ricerca/comunicazione-scientifica/paternita-intellettuale>, con riguardo, tra l'altro, alle questioni legate al riconoscimento e codifica dei contributi individuali nelle pubblicazioni in co-autoraggio. La responsabilità intellettuale può riguardare a vario titolo la paternità sui contenuti, la strutturazione logica e materiale delle parti dell'articolo, oppure specifici aspetti che ne hanno permesso la configurazione e presentazione definitiva (es. tabelle, grafici, altro materiale supplementare), o ancora la partecipazione attiva a test di controllo, questionari, esperimenti scientifici e prove cliniche (trials) necessari a formare set di dati a supporto delle argomentazioni e delle conclusioni di una ricerca. Fondamentale risulta quindi il ruolo del corresponding author, a cui spetta, a nome di tutti i coautori, "assicurare che l'articolo sottoposto alla pubblicazione sia interamente originale e che non sia stato contemporaneamente sottoposto a più editori" in forma scritta (art. 6 comma 5), oltre a indicare, per le pubblicazioni in co-autoraggio, le modalità con cui ciascun co-autore ha partecipato alla ricerca.

Altro aspetto qualificante del Codice etico, per questa parte, consiste nell'esplicitazione dell'impegno richiesto agli autori di citare in maniera appropriata le opere di altri studiosi usate come fonti della propria ricerca, in modo da prevenire fenomeni anche involontari di violazione di copyright e/o plagio (pena il ritiro della pubblicazione dalla rivista): "Per ogni impiego di testi e contributi altrui, gli autori sono tenuti a citare in modo appropriato le fonti di riferimento" (art. 6, comma 5). Su questa materia il Settore Servizi per la ricerca del SBA ha sviluppato ampia e utile documentazione, disponibile qui: <https://www.unipa.it/biblioteche/fare-ricerca/comunicazione-scientifica/etica-e-integrita/plagio-cosa>, riguardante anche l'impiego efficace dei software di gestione delle citazioni bibliografiche più comuni presso la comunità scientifica internazionale, a supporto della correttezza dei meccanismi citazionali all'interno delle prassi pubblicistiche in uso nei diversi ambiti disciplinari.

4.5 - Doveri dei revisori

La prevenzione del plagio e il supporto scientifico a garanzia della buona qualità dei contenuti ospitati nella Rivista passano in buona parte anche per un comportamento virtuoso da parte degli incaricati della peer review degli articoli (sia che siano interni o esterni al Comitato scientifico). Pertanto, in proposito, il Codice etico dovrà senz'altro indicare, tra i doveri dei revisori, quello di "segnalare al Direttore scientifico ogni eventuale somiglianza o sovrapposizione del documento in esame con altre pubblicazioni a lui note", oltre che di favorire, per gli articoli che si suggerisce di ammettere alla pubblicazione, il "miglioramento complessivo dei contenuti proposti per la pubblicazione, tramite opportuni flussi comunicativi con gli autori, nel rispetto dell'anonimato del revisore e dell'autore"; e più in generale, nel Codice sarà sottolineato che il referaggio di un articolo deve essere improntato ai seguenti criteri: "a) puntualità [...]; b) riservatezza [...]; c) oggettività" (cfr. art. 6, comma 6 del Regolamento di Ateneo).

4.6 - Doveri del Comitato Direttivo

Anche per i membri del Comitato direttivo e/o del Comitato scientifico, chiamati a un delicatissimo compito propositivo e di selezione sui contenuti della Rivista, il Codice etico deve precisare alcuni principi di integrità scientifica; tra i più importanti, senz'altro l'assenza di conflitto di interessi, per cui i membri svolgeranno il loro mandato "impegnandosi a garantire che le loro decisioni in merito non siano condizionate da eventuali rapporti privilegiati o competitivi con gli autori dell'articolo, o con le istituzioni a cui questi afferiscono" (art. 6, comma 4), e l'astensione dall'avvantaggiarsi, in anteprima sulla pubblicazione, di contenuti ai quali si è avuto accesso grazie allo svolgimento delle proprie funzioni: "il materiale inedito contenuto in un articolo proposto non può essere utilizzato dai componenti degli organi della Rivista per ricerche personali in assenza di un consenso esplicito in forma scritta da parte dell'autore" (art. 6, comma 3).

4.7 - Rispetto dei tempi di accettazione, referaggio e pubblicazione

Altra buona norma che il Codice etico dovrebbe definire riguarda la tempistica con cui ciascun organo della rivista si impegna a svolgere il proprio lavoro e/o indica ai destinatari di una parte del workflow le scadenze, in modo da garantire agli autori e alla comunità scientifica tutta il rispetto della periodicità prestabilita (che è a sua volta un fattore di merito ai fini della valutazione e dell'accreditamento scientifico della Rivista stessa in ambito nazionale e internazionale). Ciò riguarda diverse fasi del workflow: 1) programmazione delle date di uscita dei fascicoli previsti in ciascuna annata (Comitato direttivo); 2) data di consegna del contenuto completo di un articolo, perché possa essere preso in considerazione (a seguito della revisione) per la pubblicazione in uno specifico fascicolo (Corresponding author, a nome di tutti i coautori); 3) tempo a disposizione per il referaggio (Reviewers):"il revisore deve tempestivamente informare il Comitato direttivo laddove non si senta adeguato al compito assegnato, ovvero sia cosciente di non potere svolgere la revisione nei tempi richiesti [...] permettendo la pronta riassegnazione ad altri del referaggio dell'articolo"; 4) tempo a disposizione per effettuare le modifiche richieste dai revisori (Autori); 5) tempo previsto per il trattamento redazionale, la correzione di bozze, la grafica e l'impaginazione (Comitato editoriale).

4.8 - Trasparenza

Oltre all'esplicitazione della tempistica prevista, molti altri aspetti, come prescritto dal Regolamento di Ateneo, sono regolati da norme di trasparenza. In particolare:

- sono soggetti a comunicazione trasparente, tramite un sito web dedicato all'interno del portale di Ateneo, "le informazioni riguardanti il Regolamento della Rivista, il contenuto del Codice etico e la composizione degli organi" (art. 4, comma 2, punto c); per le Riviste che non abbiano una pagina di Ateneo dedicata, si può chiedere di avvalersi della pagina web curata dal SBA all'indirizzo <https://www.unipa.it/biblioteche/collezioni/iniziative-editoriali-unipa/>, conferendo le informazioni al Sistema bibliotecario di Ateneo;

- per quanto riguarda la copertura dei costi di pubblicazione, "Ogni Rivista deve rendere pubbliche le modalità di finanziamento o di contributo alle spese di pubblicazione" (art. 4, comma 3).

 

 

5. Altri fattori qualificanti

[Regolamento]. Art. 7, comma 1: "Sono consigliati come ulteriori requisiti di qualità i seguenti elementi: a) dotare ciascun articolo pubblicato nella Rivista di un proprio codice identificativo / URL permanente [...]; b) favorire l'identificazione non ambigua degli autori [...]; c) per gli autori afferenti all'Ateneo, riportare correttamente negli articoli i dati di affiliazione, secondo le indicazioni dell'Ateneo; d) garantire l'archiviazione a lungo termine dei contenuti pubblicati [...]". Art. 7, comma 2: "[...] favorire in ogni modo l'indicizzazione dei contenuti della Rivista nelle più prestigiose banche dati [...]". Art. 7, comma 3: "Gli organi della Rivista vigilano sul soddisfacimento dei criteri di qualità richiesti dal MUR, dalla CRUI e dall'ANVUR per il buon funzionamento e la corretta gestione delle pubblicazioni scientifiche".


5.1 - Codici identificativi permanenti a livello di articolo

L'impiego di URL permanenti (permalink) per ciascun articolo è fondamentale per almeno tre ragioni. La prima, ovviamente, è di favorire la massima stabilità e validità dei collegamenti ipertestuali che permettono l'accesso alle versioni elettroniche degli articoli pubblicati. La seconda, non meno importante, è di offrire l'opportunità di citare le versioni elettroniche indicando l'URL permanente accanto agli altri elementi "tradizionali" che formano la citazione bibliografica (autore, titolo, anno, numero, pagine). La terza consiste nel permettere alle basi dati di effettuare l'harvesting dei metadati degli articoli pubblicati ad accesso aperto insieme con il full-text, secondo il protocollo aperto OAI-PMH. Tutti questi aspetti contribuiscono in modo molto efficace ad amplificare le potenzialità di impatto e disseminazione degli articoli presso la comunità scientifica. Lo standard maggiormente accreditato per l'identificazione univoca dei contributi scientifici a livello internazionale è il DOI (Digital Object Identifier). Consigli su come ottenere il DOI per ciascun contributo pubblicato nella Rivista si trovano alla pagina web del nostro portale "Avviare una rivista online in 9 tappe" <https://www.unipa.it/biblioteche/open-access/strumenti-oa/creare-gestire-rivista-oa/rivista-tappe/>, si veda in particolare la tappa n. 5 "Richiedere il DOI".


5.2 - Codice identificativo ORCID Autori

Da diversi anni alcune organizzazioni internazionali hanno messo in piedi basi degli strumenti che permettono l'identificazione univoca anche per gli autori, oltre che per i prodotti. Questa è una necessità stringente quando si lavora con basi di dati popolate da centinaia di migliaia, a volte milioni di record bibliografici, in cui certamente esistono numerosi casi di omonimia (e si consideri che molto spesso nelle riviste scientifiche gli autori sono menzionati solo nella forma abbreviata "nome puntato + cognome", il che moltiplica le situazioni in cui diventa necessario disambiguare). Inoltre i ricercatori possono essere soggetti a mobilità tra diverse strutture di ricerca nel corso della loro carriera, pertanto neppure la combinazione nome ricercatore + struttura di ricerca può da sola essere sufficiente all'identificazione univoca degli autori. La soluzione, ormai a portata di mano per tutte le riviste scientifiche, è di menzionare esplicitamente, nelle note relative agli autori (che in genere si vedono collegate all'intestazione dell'articolo), il codice ORCID associato a ciascun autore (il che significa, implicitamente, che la Rivista dovrebbe richiedere l'ORCID, al momento dell'accettazione dell'articolo, anche ai giovani ricercatori che eventualmente ancora non ne fossero dotati). La procedura di registrazione del proprio ORCID personale è semplice e gratuita, e il ricercatore la può attivare direttamente dal sito <https://orcid.org/> oppure, per chi - come UniPA - gestisce in IRIS il repository di Ateneo, la registrazione può essere attivata direttamente da IRIS in fase di autoarchiviazione. Maggiori informazioni qui: <https://workplace.unipa.it/biblioteche/fare-ricerca/archivio-istituzionale-ricerca/guide-uso-iris/associare-profilo-ricercatore/>.

5.3 - Dati di affiliazione degli Autori di Ateneo

Molto importante, inoltre, qualificare correttamente gli autori negli articoli della Rivista, associandoli (eccezion fatta per i ricercatori indipendenti) all'Università / Ente di ricerca a cui sono affiliati. L'Università di Palermo, in proposito, ha compiuto uno sforzo di armonizzazione delle modalità con cui i nostri autori sono invitati a comunicare la propria affiliazione. Per maggiori informazioni, si veda la pagina web <https://www.unipa.it/biblioteche/fare-ricerca/comunicazione-scientifica/paternita-intellettuale>, in particolare il paragrafo "Indicare correttamente i dati di affiliazione", che richiama la nota rettorale prot. n. 53469 del 25/07/2018 "Dati di affiliazione all’Università degli Studi di Palermo da indicare nelle pubblicazioni scientifiche" <https://www.unipa.it/amministrazione/direzionegenerale/sba/settoreserviziperlaricerca/.content/documenti/Dati-di-affiliazione---nota-Rettore.pdf> con le denominazioni standard dei Dipartimenti UniPA, sia in italiano che in inglese.

5.4 - Archivi digitali della Rivista

La conservazione a lungo termine e la disponibilità di accesso agli archivi in formato elettronico delle annate pregresse della Rivista possono essere garantite non solo sfruttando le capacità di archiviazione del portale di Ateneo, ma anche (e soprattutto) tramite l'adesione a uno o più sistemi open source, supportati dalla comunità scientifica, cosiddetti "dark archives", ovvero "programmi nazionali e internazionali di riconosciuta affidabilità nell'ambito dell'archiviazione digitale dei contenuti scientifici (per esempio: Magazzini digitali BNCF, Clockss, portico, etc.)" (art. 7, comma 1, punto d).

5.5 - Indicizzazione dei contenuti in banche dati bibliografiche / citazionali

La modalità di pubblicazione Open Access con impiego di metadati dello schema OAI-PMH è il miglior metodo per garantire la massima esposizione e visibilità internazionale dei contenuti scientifici, in quanto permette che gli articoli della Rivista siano indicizzati cioè descritti in modo adeguato e standardizzato ai fini del recupero dell'informazione, attraverso le seguenti modalità di collegamento: a) con i più prestigiosi database internazionali interdisciplinari (es. WOS, Scopus); b) con le banche dati più autorevoli di riferimento per singole macroaree disciplinari o specifici ambiti disciplinari (es. Pubmed), c) con i principali "aggregatori" di contenuti open access (ad esempio BASE, DOAJ, OpenAIRE etc.). Occorre pertanto prestare grande attenzione ai criteri di inclusione delle Riviste ai fini dell'indicizzazione resi noti dai database stessi.

5.6 - Compliance con criteri di qualità nazionali

Particolare cura, infine, va posta nella corrispondenza con i requisiti di qualità delle riviste scientifiche richiamati nei documenti ufficiali degli organismi nazionali di riferimento (Linee guida, Regolamenti etc.). Le norme ministeriali, e le disposizioni emanate in particolare da CRUI e ANVUR, in occasione di bandi specifici o con riferimento a procedure di accreditamento (es. VQR, ASN) forniscono abbondanti informazioni su come una Rivista può garantire aderenza a specifici criteri di conduzione e funzionamento, ai fini dell'attribuzione di un ranking qualitativo (che si concretizza, ad esempio, nell'inclusione di una Rivista nell'elenco delle "Riviste scientifiche" ovvero, a determinate condizioni, anche nel novero delle "Riviste di classe A"). La documentazione pertinente a quest'ultimo aspetto è prodotta e aggiornata dall'ANVUR, maggiori informazioni qui: <https://www.anvur.it/attivita/classificazione-delle-riviste/>