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Caso Camara Fantamadi | Appello al Presidente della Repubblica Italiana

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Signor Presidente della Repubblica,

la morte di Camara Fantamadi, sfinito dopo una giornata di lavoro nei campi, indigna. È un fantasma del passato che ritorna, il fantasma dello schiavo, dell’uomo che si spacca la schiena sotto il sole per pochi spiccioli, senza diritti e senza assistenza di alcun tipo. La morte di Camara Fantamadi non è un episodio, ma è esemplificativa di un fenomeno di sfruttamento di enormi dimensioni che accade sotto i nostri occhi e nell’inerzia delle autorità politiche, amministrative e giudiziarie di uno dei Paesi più industrializzati del mondo.

Riteniamo che lo Stato italiano sia tenuto a restituire a sue spese la salma di quest’uomo, morto così sul suo territorio, ai suoi familiari e di porgere le sue scuse per non averlo voluto proteggere a sufficienza, al pari di qualsiasi altro lavoratore, bianco o nero egli sia. Riteniamo che un simile gesto sia dovuto, oltre che per ragioni di umana pietà, per rispettare i valori posti al più alto grado del nostro ordinamento giuridico. Il diritto di chiunque, cittadino o straniero, a non essere sottoposto a schiavitù, servitù e lavoro forzato è riconosciuto dalla nostra Costituzione e dai trattati internazionali sui diritti umani di cui l’Italia è parte.

Confidiamo nel Suo immediato intervento

 

       Il Direttore                                                 Il Rettore

       CIR Migrare                              Università degli Studi di Palermo

Prof. Francesco Lo Piccolo                     Prof. Fabrizio Micari