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ATENEO/“Controclassifica” delle Università. Palermo sale al 16° posto

23-ott-2009

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Un team di esperti delle Università di Parma, di Macerata e dell’Unione degli universitari ha valutato gli Atenei italiani esclusivamente in base a criteri di qualità della ricerca e della didattica. E la “classifica” redatta dal ministero dell’Istruzione a luglio – che teneva in considerazione criteri dipendenti dai contesti socio-economici di riferimento, come l’inserimento lavorativo dei laureati o il numero dei fuori corso - è stata completamente sovvertita, con Palermo che sale dal 52° al 16° posto (a conferma della positiva valutazione del Censis che l’aveva messa al sesto posto tra i mega-atenei, prima del Centro-Sud), Roma la Sapienza che sale alla seconda posizione dalla quarantaduesima, Trento che scende dalla prima alla diciannovesima.
Contestualmente, la Crui (la Conferenza dei rettori italiani) ha appena approvato una mozione unanime in cui pone l’accento su “le incongruenze di merito e di metodo” del processo di valutazione fin qui posto in essere dal ministero e la necessità che si pervenga ad una “indispensabile revisione complessiva dei criteri e dei metodi di suddivisione e distribuzione delle risorse ai singoli Atenei”.
“E’ la vittoria, seppure amara – dice il rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla – di quel fronte di rettori, prevalentemente del Centro-Sud, che avevano subito contestato i criteri di valutazione del ministero, correndo il rischio di essere considerati meridionali piagnoni e contrari a criteri di valutazione trasparenti. Tutt’altro, noi siamo a favore di una riforma del sistema e a parametri rigorosi, purché siano applicabili in modo omogeneo a tutte le realtà territoriali del Paese. Purtroppo quest’anno l’Ateneo di Palermo, insieme a molti altri Atenei italiani, subirà pesanti tagli dei trasferimenti statali in base a una classifica che adesso tutta la Crui valuta come inaccettabile”.