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ROSARIO PETRUSO

Recenti tendenze in tema di responsabilità degli intermediari di Internet nella tradizione giuridica occidentale

Abstract

Il saggio prende in esame il dibattito circa la necessità di modificare gli attuali regimi di irresponsabilità degli intermediari della rete, dibattito in corso nelle esperienze statunitense ed unitaria europea. Con riferimento all’esperienza statunitense, non è chiaro, infatti, se il ricorso sempre più frequente alla procedura di notice and take down sia sintomo del successo del sistema di notice based liability, congegnato dal legislatore federale nel 1998 o sia, al contrario, espressione del suo fallimento. In tale ottica, al fine di verificare la possibilità di transitare da un sistema di notice and take down ad un sistema di notice and stay down, il saggio prende in esame le recenti iniziative consultive, intraprese dallo U.S. Copyright Office sull’efficacia del sistema di notice based liability, previsto dalla sezione 512 del Digital Millennium Copyright Act, nonché l’interpretazione fornita dal formante giurisprudenziale relativamente a concetti chiave del circuito di riattivazione della responsabilità civile degli intermediari, quali le nozioni di “actual” e di “red flag knowledge” e l’effettività delle “repeat- infringer policy”, adottate dagli intermediari ai sensi della sezione 512 (i). Con riferimento all’esperienza armonizzata europea, emerge un quadro più frammentato. Tale disorganicità è ricollegabile ad almeno due circostanze: da un lato, alla mancanza, sia di una procedura armonizzata di notifica e rimozione (volta a rendere il provider «effettivamente al corrente del fatto che l’attività o l’informazione è illecita»), sia di una qualsivoglia procedura di contronotificazione (volta a far fronte ad usi abusivi o fraudolenti delle procedure di notice and take down); dall’altro, alle recenti iniziative legislative e giurisprudenziali, che sembrano discostarsi dal regime di irresponsabilità degli intermediari tecnici della rete, fissato nella direttiva 2000/31. Con riguardo a queste ultime, il saggio prende in esame, sia la Proposta di direttiva della Commissione europea, volta ad adeguare la tutela dei diritti d’autore all’evoluzione delle tecnologie digitali per mezzo di content filtering technologies, sia la recente giurisprudenza sovranazionale europea, diretta ad imporre, in capo all’intermediario di accesso alla rete, misure inibitorie genericamente formulate, volte a prevenire ulteriori violazioni dei diritti d’autore: entrambi gli approcci sembrano, però, relegare in secondo piano gli interessi dei singoli, quali quelli alla protezione della libertà di espressione e alla libera fruizione dei contenuti presenti lecitamente sulla rete.