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DONATELLA LA MONACA

«LE DIPINTURE DI VITA» DI «UN AVVENTUROSO SICILIANO»:EMANUELE NAVARRO DELLA MIRAGLIA

Abstract

L’intervento trarrà l’avvio dalle pagine dedicate da Capuana, negli Studi sulla letteratura contemporanea, al romanzo del 1879 La Nana di Emanuele Navarro della Miraglia, in cui lo scrittore di Mineo coglie in tutta la loro ritualità antropologica «il cortile, la vendemmia, la fiera, il temporale, la notte di Natale, il carnevale, tutti i minuti particolari della monotona vita del villaggio regolata come un ordegno». «Un libro di eccezionale valore documentario», argomenterà Sciascia nella Corda pazza, avvalendosi del dettato capuaniano per ribadire come il racconto della «passione effimera di un galantuomo per una popolana» fosse «un mero pretesto, dissimulato con arte» per offrire il ritratto antropologico del paese. Si ripercorreranno le fasi cruciali di tale percorso interpretativo in cui si invera quello «snodo ermeneutico», caro ad Antonino Buttitta, secondo cui «antropologia e letteratura si tengono insieme in una reciprocità di connessioni, influenze e corrispondenze pur nella diversità dei rispettivi punti di vista». Ci si soffermerà, in tal senso, sulle modalità attraverso cui prende corpo nell’itinerario narrativo di Navarro, dalla Nana alle Storielle siciliane, un «inedito costume sociale», come scrive Natale Tedesco, preludio di quel realismo analitico che nel segno della dissonanza, ne svela le contraddizioni.