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DONATELLA LA MONACA

“La Spagna sanguina”. Le Giornate di Barcellona di Orio Vergani

Abstract

«Attivista della notizia fresca e della sensazione vissuta» (Montale, 1996: 2256) Vergani, narratore e drammaturgo, esercita un giornalismo che interpreta i risvolti plurimi della contemporaneità come sfide conoscitive il cui esito, sulla pagina, si apre al respiro del ritratto antropologico, dello spaccato societario. Sulla «doppia tastiera» del reportage e dell’invenzione letteraria, si snoda infatti il suo lungo racconto della vita della penisola iberica, la cui origine risale al luglio del 1936, alla reclusione, per mano anarchica, del giornalista, inviato dal «Corriere della Sera» a Barcellona per saggiare i prodromi di quella che a breve sarebbe divampata come «la più tragica ed unica guerra civile che la storia moderna ricordi». (Vergani, 2010: 35). A conclusione di tale conflitto fratricida, la rielaborazione rivissuta e ripensata di quella traumatica segregazione si traduce nelle Giornate di Barcellona, pubblicate in sei puntate, dal maggio al novembre del ’41, mentre sullo scenario mondiale imperversa la furia bellica, sul rotocalco mensile «Legioni e Falangi», edito in Italia e in Spagna e diretto da Giuseppe Lombrassa e Agustìn de Foxà. Nelle Giornate di Barcellona, la cui stesura si avvale della contaminazione di passi tratti da articoli realizzati per il «Corriere della Sera» nel ’36 con testi maturati da inchieste e itinerari spagnoli successivi alle lacerazioni intestine, «sembra prevalere in lui una legittima ambizione romanzesca, che lo fa più attento ai casi umani e lo tiene lontano dalle esagerazioni tipiche del tempo. Sono le cronache di vita ad interessarlo, non le analisi politiche» (Gerbi, 2010: 20).