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Culture e Società

30. Stele di Polissena

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La lastra scolpita è nota dal 1882, dopo che fu rinvenuta nella città tessalica di Larissa. Si tratta di una stele funeraria, rastremata verso l’alto e coronata da un timpano sporgente con acroterio centrale e due laterali, però priva dei pilastrini che, in molti casi, incorniciano la fronte nei monumenti di questo tipo. Nell’ampio riquadro è scolpita a rilievo solamente una figura femminile, col corpo di tre quarti verso destra e la testa di profilo, la cui resa non è esente da alcune durezze e sproporzioni. La giovane donna indossa un peplo e con la mano destra reca una melagrana, frutto spesso rappresentato nell’arte funeraria, mentre con la sinistra allontana dal volto il velo che le scende lungo la schiena fino all’altezza delle ginocchia, gesto attestato anche in altre stele provenienti dal territorio della Tessaglia. Sotto le rigide pieghe verticali della veste si vedono spuntare i piedi calzati di sandali, di cui rimane soltanto la suola, poiché le relative corregge, secondo una consuetudine ampiamente testimoniata in ogni ambito della scultura a rilievo, erano realizzate col colore e quindi sono ora scomparse. La defunta si chiamava Polissena, come è rivelato dall’iscrizione incisa sul fianco sinistro della lastra: POLYXENAIA EMMI: “Io sono (la stele) di Polissena”.

Il monumento funerario di Polissena può essere collocato nel terzo quarto del V secolo a.C., come la maggior parte delle stele tessaliche con rilievi conosciute, le quali in quel periodo continuavano a manifestare un’evidente influenza dello “Stile severo”, soprattutto di area cicladica.

 

Calco in scala 1:1. Sul fianco sinistro è riprodotta l’iscrizione col nome della defunta. Sull’acroterio destro, di lato, è inciso “13”; sotto la cornice, dalla stessa parte, è scritto a mano “6”, in blu. Un numero stampigliato in nero al centro della base della stele, in basso, è malamente leggibile.

Inventario: non precisato.

Misure: ha cm 114.

Bibliografia: S. Rambaldi, La Gipsoteca del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo. Storia e Catalogo, Palermo, Palermo University Press, 2017 (“Artes”, n.s. 2), pp. 94-95, nr. 30 (con bibliografia di riferimento sull’originale).