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Culture e Società

38. Rilievo con Orfeo, Euridice ed Hermes

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Di questo rilievo sono note almeno sei repliche, più un frammento negli Stati Uniti riconosciuto come moderno. Le più importanti sono tre: una a Roma (Villa Albani), una a Napoli (Museo Archeologico Nazionale) e una a Parigi (Louvre). Diversamente da altre gipsoteche, che conservano calchi della lastra napoletana (come a Bologna e Pisa), il gesso palermitano riproduce l’esemplare di Roma, la cui differenza più rimarchevole, rispetto agli altri due indicati, consiste nell’assenza di uno spazio libero sopra le teste delle figure rappresentate. In tale posizione le repliche di Napoli e Parigi, invece, recano incisi nel piano di fondo i nomi dei personaggi (autentici nel primo caso, moderni e senza rapporto con la scena scolpita nel secondo).

La composizione a tre figure mostra il momento più toccante della storia di Orfeo ed Euridice: il mitico cantore, che stringe la lira e porta un casco di cuoio tipico della Tracia da cui proviene, si è voltato per assicurarsi che la sposa lo stia seguendo fuori dall’Oltretomba, incurante della proibizione divina in tal senso, e perciò la perde per sempre. Hermes, il dio psicopompo, sopraggiunge infatti per ricondurre indietro Euridice, afferrandola per un braccio, mentre i due sposi si scambiano l’ultimo addio. Sulla base di alcune fonti antiche che parlano di una lieta conclusione della vicenda, si è anche proposto di vedere nella scena il felice ricongiungimento dei due sposi. Sembra tuttavia preferibile l’interpretazione tradizionale.

Nel rilievo originale, da cui derivano le repliche di età augustea conservate, va riconosciuta un’opera di elevata qualità, databile verso la fine del V secolo a.C., da qualcuno ipoteticamente attribuita ad Alcamene, uno dei principali allievi di Fidia. E’ probabile che sia da riferire a un importante monumento eretto in un luogo pubblico di Atene, forse un donario coregico (ma è stata suggerita anche una possibile valenza funeraria). A tale monumento dovevano appartenere altri tre rilievi dotati del medesimo formato, noti anch’essi da repliche e affini dal punto di vista stilistico, con analoghe triadi di personaggi legati da un composto ma intenso rapporto reciproco.

La replica napoletana ispirò una celebre poesia di Rainer Maria Rilke, Orpheus. Eurydike. Hermes (Neue Gedichte, prima parte, 1907).

 

Calco in scala 1:1, che riproduce anche le parti di restauro dell’originale.

Inventario: GA 203; SA 518; DCS 3567.

Misure: cm 111 x 95.

Bibliografia: S. Rambaldi, La Gipsoteca del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo. Storia e Catalogo, Palermo, Palermo University Press, 2017 (“Artes”, n.s. 2), pp. 114-115, nr. 38 (con bibliografia di riferimento sull’originale).