37. Rilievo con Nike
La notissima lastra a rilievo apparteneva alla balaustra del piccolo tempio di Atena Nike, il quale, costruito tra il 430 e il 420 a.C., fu tra le ultime realizzazioni che diedero all’Acropoli di Atene il suo assetto monumentale definitivo. Qualche anno dopo, il recinto sacro fu appunto completato con l’aggiunta di una balaustra marmorea, decorata sul lato esterno da figure di Nikai intente a predisporre sacrifici di tori e ad adornare trofei militari. Tra queste compariva anche la Nike nella lastra che vediamo, rappresentata nell’atto di chinarsi per slacciarsi un sandalo, con ogni probabilità a indicare che sta per accedere a un luogo consacrato (il quale può essere lo stesso temenos del tempietto). Non si può escludere, tuttavia, che essa stia invece allacciandosi il sandalo, come alcuni hanno proposto.
Stilisticamente la figura rientra nello “Stile ricco” che contraddistingue la produzione scultorea, soprattutto attica, dello scorcio del V secolo. Ciò è evidente nella resa virtuosistica delle tante pieghe sinuose dell’himation che aderiscono al corpo e lasciano trasparire le membra, portando alle estreme conseguenze le soluzioni fidiache adottate nella decorazione del Partenone, in particolare nei personaggi femminili frontonali. Il fitto movimento della veste, che contrasta con la neutra omogeneità del piano di fondo e delle ali della Nike (in antico certo animate dal colore), rivela analogie con altre opere di scultura dello stesso periodo. L’idea leziosa di mostrare l’himation in parte scivolato sul petto, però trattenuto da uno dei seni, si ritrova, infatti, anche nel tipo statuario dell’Era Borghese, il cui originale, conosciuto per mezzo di repliche romane, è probabilmente di poco anteriore alla balaustra di Atena Nike.
Calco fedele, tranne che per alcuni dettagli del piano di fondo: nell’originale il lato sinistro, dal ginocchio destro della Nike al margine superiore, mostra un profilo più irregolare e l’angolo in basso a destra non è stondato come nel gesso. Nell’angolo in alto a destra è qui graffita un’iscrizione moderna su due righe, appena leggibile: “Balaustrata Tempio di Nike Aptera / 35-38 Museo – Acropoli – Atene”. Mentre l’appellativo di Aptera segue una precisazione fornita da Pausania (Periegesi I, 22, 4), il numero 35-38, non in rapporto con l’inventariazione universitaria, può forse essere ricondotto a una catalogazione del produttore.
Inventario: GA 204; SA 519; DCS 19477.
Misure: cm 94 x 54.
Bibliografia: S. Rambaldi, La Gipsoteca del Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo. Storia e Catalogo, Palermo, Palermo University Press, 2017 (“Artes”, n.s. 2), pp. 112-113, nr. 37 (con bibliografia di riferimento sull’originale).