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2285 - URBAN DESIGN PER LA CITTA' IN TRANSIZIONE

Giornata di Studio “Artificiose nature. Il Giardino storico nella contemporaneità”

29-apr-2024

Ascolta

6 maggio 2024, Dipartimento di Architettura – DARCH, Università degli Studi di Palermo
Aula Basile, ed. 8, ore 9,30-17,30

Giornata di Studio
“Artificiose nature. Il Giardino storico nella contemporaneità”
a cura di Stefania Crobe, Annalisa Giampino, Flavia Schiavo, Filippo Schilleci

La Giornata di Studio sui Giardini storici, che intende riflettere sul ruolo del giardino storico nella città contemporanea, inteso in base alle più attuali questioni emergenti, vuole trattare il sistema del verde storico quale snodo fondamentale sia riguardo alla formazione della coscienza ambientale in questa fase di transizione ecologica, che alla strutturazione del paesaggio, urbano e territoriale.
Superando la concezione isolata e museografica, il Giardino storico, nelle sue numerose declinazioni, specifico spazio interrelato con contesti eterogenei, può essere pensato come luogo civico, pubblico, sociale con fortissima valenza ecologica, e come potenziale attivatore di pratiche partecipative, nonché come risorsa attrattiva sottoposta a numerose pressioni, da includere in una articolazione di politiche sostenibili ed etiche.
Luogo della tensione e della celebrazione dell’azione umana sulla natura, il Giardino storico mostra, inoltre, la relazione profonda e controversa tra Natura e Cultura, esaltandone l’incontro e rendendo chiare le conflittualità, in una visione che, prima apertamente antropocentrica, ha in seguito declinato modi innovativi che riconoscono autonomia ai cicli e agli elementi naturali lasciando ad essi sempre maggiori gradi di autorganizzazione.
Il Giardino storico, dunque, oltre a essere letto come un’opera d’arte umana, va guardato come opera d’arte naturale: osservando l’assetto dinamico e le regole della natura, imparando da entrambi, è possibile esplorare come la densità storica dell’idea originaria o la successiva rivalorizzazione, si relazionino profondamente con la complessità di organismi che, se pur progettati, restano ancora intrinsecamente naturali, in forte dialogo con la città e con i differenti ambiti.
Luogo della bellezza, della contemplazione, della cura, prima spazio elitario, il Giardino storico è diventato, nel tempo, un ganglio urbano e territoriale che, opponendosi all’urbanizzazione dilagante e alla impermeabilizzazione dei suoli, consente di tutelare le acque, l’aria, la terra, di agire sul clima e sul microclima, offrendo spazi di relazione, di costruzione della consapevolezza e incoraggiando best practices multi orientate, nate dal basso. Così intesi, caratterizzati da continua mutazione, i Giardini storici narrano del nodo critico Natura-Culture nel tempo, configurandosi come patrimonio vivente, come sistema di tracce e di insegnamenti e come polisemiche “Opere aperte”, da ripensare trasversalmente, secondo approcci interdisciplinari.

Locandina