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Archivio Storico di Ateneo

Note storiche

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Storia archivistica

L’Archivio storico è il luogo deputato al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione della memoria dell'Ateneo: ha competenza solo sulle carte relative ad affari già conclusi da almeno trent’anni e la sua documentazione testimonia la storia accademica e scientifica dell’Università a partire dalla sua fondazione, avvenuta ufficialmente nel 1806. Dichiarato nel settembre del 1978 con decreto del Ministero per i Beni culturali e ambientali archivio di interesse storico particolarmente importante, è oggi parte del Sistema Bibliotecario e Archivio storico di Ateneo e opera sotto la vigilanza della Soprintendenza archivistica della Sicilia-Archivio di Stato di Palermo. La documentazione storica dell’Università, non ancora interamente censita, ha alle spalle un percorso tortuoso, purtroppo non ancora concluso, ed è conservata in diverse sedi dell’Ateneo.

Il patrimonio documentario dell'Università fu per lungo tempo ammassato - con conseguente disgregazione delle serie e dei fascicoli - nei locali delle Segreterie studenti in Viale delle Scienze: dopo il Duemila, nonostante il precario stato di conservazione di parte della documentazione, si optò per il trasferimento nei locali posti al piano terra dell'allora Dipartimento di Fisica e Tecnologie relative (DIFTER), sempre all'interno della cittadella universitaria.

Nel 2005, in seguito a un accordo tra la Soprintendenza archivistica della Sicilia e l’Università degli Studi di Palermo, ha preso avvio un progetto di schedatura finalizzato al riordinamento e all’inventariazione di tutta la documentazione archivistica sino ad allora versata. I lavori di schedatura, affidati ad archiviste libere professioniste in assenza di personale interno specificamente formato e di un software adatto, sono stati intrapresi in maniera cartacea e continuati su supporto informatico solo in un secondo momento, con l’utilizzo del software Sesamo e successivamente di Archimista, entrambi idonei al riordinamento e all’inventariazione informatica di archivi storici.

A partire dal 2009 gran parte della documentazione − prevalentemente volumi rilegati, registri e fascicoli condizionati in faldoni − è stata trasferita in alcuni locali del complesso monumentale dello Steri, mentre un’altra parte è stata collocata in due depositi sotterranei in Viale delle Scienze, presso l'Edificio 16.

Dieci anni dopo l’ultimo trasferimento, il 26 luglio 2019 − a seguito di un sopralluogo effettuato presso il Complesso monumentale di S. Antonino a cura della Soprintendenza archivistica della Sicilia-Archivio di Stato di Palermo − si è dato avvio al procedimento per il rilascio dell'autorizzazione al trasferimento di parte dei documenti dell’Archivio storico dalla sede di Piazza Marina ai nuovi locali individuati nell'ex convento francescano di S. Antonino, già sede del Centro Linguistico di Ateneo. L'inizio delle operazioni di trasloco è stato più volte posticipato a causa della pandemia che ha caratterizzato l'anno 2020: a novembre sono state avviate le attività preparatorie al trasferimento e il 27 aprile 2021 sono stati collocati gli ultimi pezzi archivistici, sino a riempire gli spazi oggi in dotazione.

Il 16 giugno 2021 sono stati inaugurati i locali della nuova sede dell'Archivio storico: dopo un lungo periodo di incuria e abbandono, sorte comune a moltissimi archivi italiani, l’idea di un luogo nuovo dove custodire e valorizzare la documentazione dell’Ateneo sottolinea la sempre più crescente consapevolezza dell’importanza degli archivi come espressione culturale e memoria storica degli enti e delle persone che con essi sono stati in relazione.

Il fondo Università degli Studi di Palermo comprende documentazione che va dal 1646 alla seconda metà del Novecento, includendo sia ciò che è direttamente collegabile all’Università, istituita nel 1806, sia il nucleo documentario prodotto dall’ente suo predecessore, la Regia Accademia degli Studi di Palermo. Nel fondo è custodito anche un nucleo di pregio appartenente alla Regia Accademia di San Ferdinando, succeduta a sua volta al Collegio dei Gesuiti, con carte risalenti alla prima metà del Seicento.

Il fondo, in costante implementazione, è costituito da due macrosezioni denominate “Amministrazione” (dal 1646) e “Didattica” (dal 1813): la prima comprende le serie documentarie che riguardano la gestione amministrativa e prettamente finanziaria dell’Università, mentre la seconda racconta, attraverso le sue carte, la storia delle Facoltà, Scuole e Corsi istituiti nell’Ateneo palermitano.


 

 

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L'Università degli Studi di Palermo: da Studium a Universitas

La nostra storia inizia il 12 gennaio del 1806, giorno in cui Ferdinando III, re di Napoli e delle Due Sicilie, trasforma l'Accademia panormita degli Studi in Università, concedendole il potere di rilasciare lauree in Teologia, Medicina, Giurisprudenza e Filosofia: una conquista che la città aspettava da secoli. 

Dobbiamo infatti tornare indietro e guardare alla Palermo del XIV secolo, allorquando il Comune delibera di assumere e stipendiare docenti che, insieme ai religiosi degli Ordini mendicanti, insegnino nei loro Studia. Tuttavia, nonostante le reiterate istanze di costituzione di uno Studium - sul modello di quelli già fiorenti in Italia e in Europa - per lungo tempo non cambia nulla, sia per le difficoltà incontrate dagli stessi ordini religiosi nel fornire i docenti, sia per la forte opposizione del Comune di Catania, strenuo sostenitore dell’unicità del proprio Studium. Dobbiamo attendere fino al 1498 allorquando, con ordine sovrano, si stabilisce che pure a Palermo sia istituito uno Studium pubblico generale - aperto anche ai laici, i cui corsi consentiranno di conseguire il titolo accademico in altre università: il nuovo Studium trova posto nel chiostro di San Domenico e, di fatto, si troverà a dividere gli spazi con lo Studium dei Domenicani, i cui docenti continueranno ad insegnare Teologia, Sacra Scrittura, Diritto Canonico e Filosofia.

Nel 1550, queste due realtà vengono affiancate − quasi sopraffatte − dalla nascita del Collegio Gesuitico: questo istituto, denominato Imperiale in segno di riconoscimento verso Carlo V d'Asburgo che tanto si era speso per la sua istituzione conquisterà un ruolo di assoluto protagonismo nella realtà del tempo (i gesuiti otterranno infatti dal Papa Giulio III il permesso di rilasciare il titolo di graduato in Filosofia e Teologia) e, troverà posto nell'imponente edificio del Collegio Massimo, oggi sede della Biblioteca regionale di Corso Vittorio Emanuele. 

Nei primi del Seicento, grazie ai sussidi del Senato cittadino e alle donazioni dei privati, il Collegio Imperiale consoliderà la propria posizione, giustificando l’istanza − presentata nel 1632 anche dalle autorità civili − di istituire una nuova Universitas Studiorum al fine di integrare le preesistenti cattedre filosofiche, teologiche e umanistiche con quelle di ambito medico. L’autorizzazione regia, concessa nel 1637, non avrà seguito a causa dei contrasti tra le varie altre autorità cittadine che porteranno a una situazione di stallo e ad un sempre più diffuso malcontento. Nel 1647 Palermo sarà scossa da una sommossa che, se di fatto bloccherà l’iter istitutivo della tanto attesa Universitas Studiorum, non arginerà il fermento culturale cittadino: lo stesso anno la congregazione dei Filippini istituirà, nel proprio oratorio, una biblioteca pubblica, e nel 1649 il Senato accorderà il proprio patrocinio all’Accademia dei Jatrofisici e di Medicina chiamata anche Archiliceo di Medicina − fondata quattro anni prima nella Casa di S. Ninfa dei padri Crociferi − dove si insegnavano Anatomia e Chirurgia, anche con dissezione su cadavere,cui si deve il consolidamento dell’organizzazione delle ricerche e degli insegnamenti di medicina già sperimentati nella precedente Accademia di Anatomia (costituita nello Spedale Grande nel 1621), e iniziati nel secolo precedente per iniziativa del medico e anatomista Giovanni Filippo Ingrassia da Regalbuto (1510-1580).

Tra il 1689 e il 1697 il Senato palermitano propugnò diverse istanze per chiedere alle autorità l’istituzione di un ateneo che contrastasse quello catanese, che all’epoca era ancora l’unico autorizzato a rilasciare, sull’Isola, il titolo finale di laurea; si dovrà attendere il secolo successivo per vedere il risultato di tutte le istanze avanzate nel tempo, ovvero assistere alla fondazione d'una nuova Accademia − ospitata nella Casa dei Padri Chierici Regolari Teatini di San Giuseppe in via Maqueda e dagli stessi religiosi, di fatto, gestita − che diverrà poi la prima sede dell’Ateneo.

Il 1767 si chiude con la soppressione della Compagnia di Gesù: i gesuiti vengono forzatamente allontanati dalla Spagna e dai regni borbonici di Napoli e di Sicilia e tutti i loro beni, comprese le biblioteche, incamerati dal regio potere. Questo avvenimento determinò anche nell’Isola una significativa svolta nel sistema dell’istruzione scolastica, fino a quel momento controllata quasi interamente dalla potente Compagnia. 

Il 31 luglio del 1778, il re Ferdinando III di Sicilia affida ad una Delegazione il compito di riorganizzare lo Studium a Palermo e, accanto agli "Insegnamenti di parole", si introducono gli "Insegnamenti di cose", ovvero la Geometria, l'Economia, l'Agricoltura e il Commercio. E’ così che comincia a prendere forma la futura Università. L’anno dopo, il giovane sovrano borbonico autorizza la creazione di una Real Accademia degli Studij che, seppur “privata della potestà di conferire titoli dottorali” come quelli rilasciati dall’Università di Catania a partire dal 1444, segnò l’effettivo inizio del movimento culturale e scientifico siciliano. Su questa spinta la Deputazione dei Regij Studij creerà a Palermo, con un Dispaccio del 17 luglio 1779, una stamperia di Stato. La volontà della Deputazione di dimostrare piena e convinta adesione alla decisione di re Ferdinando di creare anche a Palermo una stamperia reale e di essere in grado di renderla operativa nel più breve tempo possibile è testimoniata da una serie di atti compiuti dal secondo semestre del 1779 ai primi mesi del 1780, fra i quali l’emanazione del Regolamento per la nuova Reale Stamperia, articolato in undici ‘capitoli’ e approvato nella seduta del 14 febbraio 1780. Di questa attività, che di fatto preparò la nascita dell’Università di Palermo, è rimasta traccia nella documentazione delle Cautele dell’Archivio storico di Ateneo.

Il nuovo progetto culturale della Deputazione dei Regij Studij era, in realtà, molto più articolato: da essa dipendevano infatti, oltre alla Reale Stamperia ospitata all’interno del Convitto Real Ferdinando (che aveva sede nell’imponente edificio del Collegio Massimo di Palermo), anche l’Orto botanico, la Biblioteca pubblica (formata principalmente con la dotazione delle ex biblioteche gesuitiche provenienti dal Val di Mazara), le ‘Macchine’ per gli esperimenti di Fisica e Matematica, il laboratorio di Chimica, il Teatro di anatomia, i musei di antichità e di Storia naturale, la Specola per l’astronomia e il Regio Educandario Carolino (oggi: Educandato Maria Adelaide), fondato nel 1779 da Ferdinando III di Sicilia.

Regolamentata organicamente nel 1783, la Reale Accademia degli Studi − cui venne affiancato un convitto per gli studenti − affiancò alle cattedre preesistenti quelle delle discipline architettoniche, letterarie e scientifiche, che vennero assegnate a docenti di prestigio internazionale: ricordiamo, tra gli altri, il padre teatino Giuseppe Piazzi, fondatore dell’Osservatorio Astronomico, e che nel 1801 scopre il primo asteroide. Nello stesso periodo, l’Orto Botanico fu trasferito nell’attuale Villa Giulia e la sua gestione affidata alla Reale Accademia degli Studi.

Il rapido sviluppo della ricerca e della didattica, nonché l’accresciuto prestigio internazionale, sostennero l’istanza di consolidamento dell’istituzione che − con atto sovrano del 12 gennaio 1806 − venne elevata da Accademia panormita degli Studi in Reale Università degli Studi con facoltà di rilasciare titolo di laurea in Sacra Teologia, Medicina, Giurisprudenza e Filosofia: una conquista che la città aspettava da secoli.

Con l'arrivo di Garibaldi nel 1860 e l'annessione della Sicilia al regno Sabaudo, l'Ateneo diviene interamente laico, viene chiusa la facoltà di Teologia e istituita la Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, aumentando così il numero degli insegnamenti e quello delle facoltà, ovvero Teologia, Filosofia e Lettere, Giurisprudenza, Medicina, Scienze e la citata Scuola per gli ingegneri. A esse si aggiunsero, nel corso del Novecento, le nuove facoltà di Agraria, di Architettura, di Economia e Commercio, di Magistero e di Scienze Motorie, oltre a varie scuole di specializzazione e di alta formazione, ubicate anche nelle sedi aggregate di Agrigento, Caltanissetta e Trapani.

L'Università − inserita nel sistema degli atenei del nuovo Stato italiano (regolamentati dalla legge Casati, n. 3725 del 13 novembre 1859) e classificata, nel 1862, tra quelli del primo ordine − è sempre più luogo di vivaci dibattiti politici e di intensa partecipazione alla vita della città, della regione, del Paese, diviene protagonista di un’epoca, concorrendo alla produzione artistica, architettonica, letteraria, che percorse la Sicilia tra la fine dell'800 e i primi del '900. Attraverso i suoi studiosi l’Ateneo contribuì alla trasformazione urbanistica della città e, grazie ai suoi laureati, anche alla formazione della nuova classe dirigente dell'Isola e di una parte rilevante della classe politica che avrebbe governato il Paese.

Superati non senza difficoltà i periodi delle due guerre mondiali − cui vanno addebitate ingenti perdite tra il personale docente e amministrativo e  gravi danni alle strutture − superato il Sessantotto con i suoi movimenti di contestazione studentesca  l'Università, pur condividendo con altri atenei le problematiche legate  alle esigue risorse economiche e a un disorientamento sociale sempre più forte, aggravato dalla propria collocazione geografica, sta affrontando le sfide dell’internazionalizzazione e della collaborazione con gli altri enti di ricerca e di formazione per rispondere alle necessità del territorio di cui è parte.


Suggerimenti bibliografici

Orazio Cancila, Storia dell’Università di Palermo dalle origini al 1860, Roma-Bari, Laterza, 2006 : <link>

Leonello Paoloni, Storia politica dell’Università di Palermo dal 1860 al 1943, Palermo, Sellerio, 2005

Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali. Palermo, Le biblioteche dei Gesuiti: trecento anni di libri e cultura nella storia di Sicilia. Palermo, 23-24 novembre 2013 : <link>

Marcello Romano (redazione a cura di), I docenti della Regia Università di Palermo, Palermo, 2006 : <link>

Annuario della Regia Università degli Studi di Palermo, 1864 e seguenti : <link >