La tragedia di Marcinelle nel racconto di Paolo di Stefano, con la presentazione di Goffredo Fofi e le letture dell’attore Filippo Luna. Lunedì, alle 21, allo Steri, per “Univercittà - Stringiamoci a coorte”, le pagine di “La Catastròfa”, appena pubblicato per i tipi di Sellerio, saranno al centro di una serata dedicata a quell’8 agosto 1956, quando 262 lavoratori della miniera belga (di cui 136 italiani) non uscirono vivi dai tunnel, una delle più grandi tragedie della storia mineraria.
Un pezzo di memoria che rivive nel recupero di volti e storie, nell’incrocio di dialetti di quegli emigrati vittime di una struttura senza sicurezza, di soccorsi lenti, e infine di un processo che, molti anni dopo, condannò il direttore dei lavori a una pena molto lieve.
“Sono andato a Marcinelle, a Pescara e a Manoppello – scrive Di Stefano – ho ascoltato i testimoni, ho voluto indossare una divisa e un caschetto da minatore, calarmi nei loro pozzi profondi anche più di mille metri del Bois du Cazier, farmi soccorritore cinquant’anni dopo e dal buio portare in superficie quel tanto che resta di tanto dolore individuale e collettivo”. Paolo di Stefano, scrittore, poeta e giornalista, siciliano di nascita ma ticinese d’adozione, è inviato del “Corriere della Sera”.