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“E’ nostro dovere contribuire all’integrazione dei migranti, partendo dall’insegnamento dell’italiano”

20-mar-2017

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19 agosto 2015

Gaetano Rizzo, una laurea specialistica in Lingua Moderne e traduzione per le relazioni internazionali alle spalle, aveva voglia di scoprire come lavora un insegnante. Ma soprattutto voleva rendersi utile per i percorsi di integrazione dei migranti che raggiungono l’Italia. “È un nostro dovere contribuire alla loro integrazione, che deve partire dalla conoscenza della lingua del paese che li ospita. Il mio sogno? Lavorare all’estero e scoprire come la nostra cultura e la nostra lingua vengono recepite altrove”.

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Mi chiamo Gaetano Rizzo, ho 31 anni e vivo a Bagheria, in provincia di Palermo. Il corso di laurea triennale che ho frequentato (Lingue Moderne per il Web) mi ha consentito di coniugare conoscenze linguistiche e competenze informatiche (in seguito perfezionate tramite corsi e stage). Il corso specialistico (Lingue moderne e traduzione per le relazioni internazionali ) mi ha permesso di specializzarmi nelle lingue inglese e spagnola. Ho scelto di iscrivermi al Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera” perché mi interessava approfondire quanto di teorico avevo già affrontato nell’ambito della linguistica e, contemporaneamente, metterlo in pratica a partire dall’apprendimento dei rudimenti con i quali il docente svolge la propria professione (come la progettazione della didattica).
Ho iniziato a maturare interesse per questo ambito di studi perché penso che il percorso di integrazione di un immigrato parte dalla conoscenza della lingua. Pertanto è un dovere per ogni italiano, ma ancor per un siciliano con alle spalle studi linguistici, acquisire le competenze necessarie per insegnare la propria lingua ancora prima che una lingua straniera, e contribuire così all’integrazione degli immigrati in una fase storica come questa, caratterizzata dal forte contatto interlinguistico.

Cosa mi aspetto dal Master? Il cambiamento più radicale che spero si realizzi alla fine di questo percorso è: entrare in un’aula di italiano L2/LS e sapere inquadrare gli apprendenti dalla prospettiva del docente, analizzandone i bisogni. Ed il Master mi sta offrendo delle solide basi teoriche e, al contempo, mi consente di modellare su me stesso, giorno dopo giorno, la figura professionale cui aspiro, quella del docente appunto.

Sono consapevole che questo Master non è un traguardo ma può essere un punto di inizio per intraprendere una professione in ascesa come quella dell’insegnante di italiano sia come L2 che all’estero. È questo il mio obiettivo. Mi affascina l’idea di lavorare in un paese straniero e scoprire come la cultura e la lingua italiana vengono recepite altrove.