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Dagli immigrati cinesi di seconda generazione a De Andrè. Italia e Cina a confronto con la laurea di cinque studentesse della Sisu

20-mag-2014

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Dal mercato dell'auto a quello del vino, dalla rivoluzione fallita cantata da De Andrè ai cinesi di seconda generazione presenti a Palermo.
Sono questi gli argomenti scelti per le loro tesi di laurea dalle cinque studentesse della Sichuan International Studies University di Chongqing (Cina) che hanno trascorso un periodo di studio presso l'Università di Palermo e la Scuola di Lingua italiana per Stranieri grazie ad un accordo stipulato con l'Università cinese. 

Proprio durante questo periodo a Palermo hanno scritto le loro tesi dilaurea. E giovedì mattina, dopo un lungo periodo di studio, è arrivato finalmente il momento della tanto attesa laurea. Con una videoconferenza le studentesse hanno potuto esporre la loro tesi,con la commissione di docenti cinesi insediata presso l’Università SISU e i relatori collegati da Palermo in videoconferenza.

Sei i relatori italiani per le cinque studentesse cinesi: Stefani Chironi, professore associato di Economia agraria e Politica vitivinicola; Mari D'Agostino, professore ordinario di Linguistica italiana; Matteo Di Gesù, ricercatore di letteratura italiana;Giuseppe Paternostro, ricercatore di Linguistica italiana (tutti e quattro docenti dell'Università di Palermo); il dott. Gioacchino Sauro, chiamato a collaborare come esperto esterno con Chironi,funzionario regionale agronomo ed assaggiatore diplomato di vini;Vincenzo Pinello, già docente alla Università cinese SISU, docente della Scuola di Lingua italiana per Stranieri, borsista post-dottorato dell'Università di Palermo dove è anche cultore delle materie Linguistica italiana e Analisi dei testi pubblici.

I sei relatori sono stati scelti dalle cinque studentesse cinesi in accordo con la loro Università, la SISU di Chongqing, e tutte,appena giunte a Palermo, hanno svolto un percorso formativo con i loro relatori.

Abbiamo posto qualche domanda alle neo laureate per sapere di cosa parlavano le loro tesi e abbiamo anche creato un album fotografico della giornata (clicca qui per sfogliarlo).

“Ho scelto De Andrè perché, quando seguivo in Cina i corsi di italiano del docente della Scuola Lorenzo Miraglia, sono rimasta compita da un concerto che ci ha proiettato in aula – spiega Wang Weiran che è stata seguita dal relatore Giuseppe Paternostro. - Mi sono incuriosita e allora ho deciso di analizzare due cd di De Andrè che parlano di della rivoluzione del '68 che, secondo il cantautore, è una rivoluzione fallita poiché tutti coloro che ne hanno preso parte sono poi diventati amministratori della società. È stato interessante comprendere il suo pensieri analizzando le sue canzoni.Inoltre sono rimasta compita dal fatto che lui parla sempre dei problemi della società concentrandosi sugli emarginati e sulle loro condizioni di vita.”

Attenzione al mondo degli immigrati di Palermo, invece, con la tesi di Xia Dapeng che ha voluto intervistare i giovani cinesi, immigrati di seconda generazione, presenti a Palermo. La sua relatrice è stata Mari D’Agostino. “Ho cercato di capire come vivono e il loro livello di integrazione poiché si dice spesso che la comunità cinese non è completamente integrata con quella italiana. Ma ho scoperto dei giovani che parlano correttamente l'italiano e che si sono inseriti perfettamente nel tessuto sociale e scolastico della città. Ma ho anche dato loro dei consigli: se si vuole restare in Italia, devono integrarsi in modo ancora più attivo. Se invece vogliono tornare in Cina, è importante che inizino a studiare bene la lingua e la nostra cultura. Sono giovani in bilico tra due mondi diversi.”

 

Infine uno sguardo alle difficoltà per penetrare nel mercato del vino cinese con la tesi di Shi Zhikang che, guidata dai relatori Stefania Chironi e Gioacchino Sauro,ha intervistato impiegati di aziende vinicole italiane per comprendere perché il Made in Italy non riesce ad entrare in questo settore della Cina. “I problemi che ho scoperto sono tre: innanzi tutto le tasse doganali, di consumo e di valore aggiunto troppo alte e ciò crea un prezzo finale troppo elevato del vino italiano. Il secondo problema è la notorietà diffusa del vino francese, che scavalca quella del vino italiano e,infine, la mancanza di attività promozionali del vino italiano in Cina.”

Lavoro di ricerca anche per Tian Yuan che ha cercato di capire come vedono il consumo dell'auto italiani e cinesi. “In Cina l'auto è un mezzo per ostentare il proprio lusso. Molti cinesi, anche emigrati in Italia per motivi lavorativi, puntano all'acquisto di auto come le Ferrari. In Italia, invece, la situazione è diversa. L'auto viene vista come qualcosa che serve e, vista la crisi economica, non è diffusa la concezione di auto di lusso. È invece quasi un rito, peri ragazzi italiani, prendere la patente appena raggiunti i 18 anni.”Tian ha elaborato la sua tesi seguita dal relatore Vincenzo Pinello che è stato affiancato nella formazione propedeutica alla scrittura della tesi da Marianna Ingrassia, tirocinante del project work di Yuan a Palermo.

Le cinque studentesse hanno lasciato Palermo nel mese di febbraio,lasciando tra i professori e i tirocinanti un ottimo ricordo. “Sono

stati degli studenti straordinari – ha commentato la prof.ssa D'Agostino, direttrice della Scuola, in occasione del loro ritorno in Cina. - Abbiamo trovato in questo gruppo di studenti Sisu dei ragazzi veramente in gamba e che hanno aderito a tutte le nostre iniziative,dalle attività teatrali alla festa di fine anno. Sicuramente riusciranno a fare strada nella loro vita. Ci auguriamo di rivederli presto.”