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All’Orto Botanico Ailanto Mostra di Cuoghi Corsello e Dado

14-ott-2016

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Dal 14 ottobre al 2 novembre 2016, l’Orto Botanico dell’Università di Palermo ospiterà la mostra di Cuoghi Corsello e Dado dal titolo Ailanto. La mostra, allestita nel Padiglione Tineo, sarà inaugurata venerdì 14 ottobre alle ore 17.30 alla presenza degli Autori e del curatore Fulvio Chimento e sarà visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 18. L’evento espositivo è organizzato dalla Direzione dell’Orto Botanico, in collaborazione con il Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni culturali, nell’ambito delle manifestazioni promosse dall’Università di Palermo per celebrare i 210 anni dalla sua fondazione.
Nel percorso scientifico-culturale dell’evento espositivo è inserito il convegno dal titolo “Piante aliene e arte di strada. Esperienze a confronto”, che avrà luogo nella sala Lanza dell’Orto botanico, sabato 15 con apertura alle ore 9.30 e la partecipazione degli Autori della mostra e di studiosi ed esperti, d’estrazione sia naturalistica sia artistica.
L’esposizione ruota intorno a una metafora poetica che ha una ricaduta in ambito critico: il parallelismo tra una pianta invasiva non autoctona, l’ailanto, e alcuni linguaggi artistici che si sono diffusi a partire dagli anni Ottanta a oggi. Il nome stesso della pianta è di per sé affascinante e si ammanta di connotati magici, taumaturgici e spirituali: in latino è definita Ailanthus altissima, mentre in italiano viene chiamata anche albero del cielo o albero del paradiso. Originaria della Cina, questa specie si è poi diffusa ovunque, principalmente negli Stati Uniti. In Europa è stata introdotta nel XVIII secolo come pianta da giardino, ma ha poi “viaggiato” ovunque: dall’Inghilterra al Mediterraneo. In Italia la sua presenza è aumentata esponenzialmente negli ultimi tre decenni (circa la stessa tempistica di diffusione del writing dagli Stati Uniti ad altri paesi in tutto il mondo) a causa del progressivo abbandono delle aree urbane e suburbane. In alcune caratteristiche dell’Ailanthus, infatti, è possibile scorgere dei legami profondi con il modo totalizzante e germinativo di intendere l’arte per Cuoghi Corsello, che vivono in fabbriche occupate dal 1994 al 2005, oltre a una condivisione suggestiva di habitat connessa ai luoghi in disuso e allo stesso spazio scenico del writing: treni, binari, stazioni, stabilimenti abbandonati, muri di periferia. “L’ailanto è simbolo di una diversità artistica che si pone come alternativa all’arte “ufficiale”, propensa quindi ad “ailantizzarsi”, a innestarsi e diffondersi rapidamente negli ambienti più disparati e a differenti latitudini, come il writing e altri fenomeni artistici che nascono per necessità impellente da semi spontanei” (Fulvio Chimento).
Il convegno invece vuole sensibilizzare le istituzioni e la collettività sulle trasformazioni che piante aliene come l’ailanto stanno progressivamente determinando con gravi ripercussioni sulla biodiversità, sugli ecosistemi naturali e urbani e sul paesaggio sia naturale che culturale. Il parallelismo con l’espansione di nuove forme d’arte, come il writing e l’arte di strada in genere, offrirà interessanti spunti di dibattito. 
Informazioni sulla Mostra e sugli Artisti
Ailanto è stata ospitata a febbraio del 2016 dalla Biblioteca Poletti di Modena e trova ora un approdo naturale nel Padiglione Tineo all’Orto botanico di Palermo, luogo che esalta il modus operandi degli artisti coinvolti. Ailanto, infatti, è una mostra calibrata appositamente per questo spazio: molte delle opere esposte sono state realizzate con materiali di recupero provenienti direttamente dall’Orto Botanico. Nelle teche del padiglione sono presenti anche diverse pubblicazioni scientifiche con disegni e illustrazioni dedicati nello specifico alle piante invasive ed erbari provenienti dalle collezioni dell’Herbarium Mediterraneum e dalla Biblioteca di Botanica dell’Università di Palermo. I documenti d’epoca dialogano con i dipinti a olio, le fotografie, i taccuini e i bozzetti su carta realizzati da Cuoghi Corsello e Dado. Il Padiglione è immaginato come opera unitaria, una “serra a cielo aperto”, luogo in cui si manifesta un’esperienza non replicabile: una mostra che “respira”, grazie anche a un intervento diretto degli artisti sull’impianto elettrico, che determina una leggera discrasia nella diffusione della luminosità. Gli artisti giocano in modo disinvolto anche con i vuoti dello spazio espositivo e con alcune polarità linguistiche: l’astrazione e la figurazione, la scultura e l’installazione, il maschile e il femminile, il segno di una matita e lo spruzzo di una bomboletta spray: l’arte viene intesa in modo totalizzante, come prossima alla trasformazione, all’abbandono o alla rinascita dopo un azzeramento.
Se il simbolo della mostra omonima allestita a Modena era stata una sagoma in legno a grandezza naturale denominata l’Appeso, che, richiamandosi alla carta dei tarocchi, rappresentava la situazione di stallo vissuta dal writing, l’icona dell’esposizione di Palermo è il Ritratto del Dio Pan, realizzato da Cuoghi Corsello ai tempi dell’occupazione della FIAT (dal 2001 al 2005) a Bologna. Il passaggio dalla figura dell’appeso alla presenza di una divinità può quindi essere interpretata come una possibilità, una forma di riscatto per il writing, nell’ottica di un ritorno alla riscoperta della vera disciplina dei graffiti, che presenta in sé una spiccata componente spirituale, la stessa che permea le relazioni sottili esistenti tra gli elementi naturali che conferiscono all’Orto Botanico di Palermo quel fascino frutto dell’integrazione tra le molteplici specie (e forme) che lo abitano.
Con Ailanto la collaborazione artistica tra Cuoghi Corsello e Dado si arricchisce di nuovi capitoli, dal momento del loro primo incontro a oggi sono passati più di vent’anni, arco di tempo in cui Dado è diventato uno dei maggiori interpreti del writing, oltre a confermarsi uno dei massimi conoscitori in Italia della teoria artistica legata a questa disciplina. A Palermo ne dà prova con i suoi mirabilanti bozzetti su carta, e con le differenti stesure che compongono il suo trattato dal titolo Lo stile secondo Dado, una pubblicazione unica nel suo genere e di prossima pubblicazione per il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Trento. Lo stile secondo Dado assume a tutti gli effetti carattere scientifico, e si avvale degli interventi di professori di arte contemporanea, anatomia, fisica, sociologia, matematica e filosofia.