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ATENEO/Ricerca Unipa sulla rivista della Società Americana di Endocrinologia, JCEM

2-nov-2012

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La Medicina di Genere scopre che le donne affette da una malattia rara, l’acromegalia, dovuta ad un adenoma ipofisario che determina un’aumentata produzione dell’ormone della crescita, hanno un rischio per malattie metaboliche e vascolari maggiore degli uomini. I ricercatori palermitani della Sezione di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo della Facoltà di Medicina hanno riunito una ampia casistica, collaborando con i colleghi dell’Università di Napoli e di Genova ed hanno dimostrato che il genere femminile, soprattutto nell’età post-menopausale, rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare aggravante il rischio insito nella stessa patologia acromegalica. Infatti, le donne acromegaliche di età superiore ai 45 anni si sono dimostrate quelle con una peggiore prognosi cardiometabolica rispetto ai maschi. I dati sono stati accettati e pubblicati come lavoro ad alta priorità sulla prestigiosa rivista Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism (JCEM, rivista ufficiale della Società Americana di Endocrinologia), dopo una precedente pubblicazione nell’agosto 2012, sempre sulla stessa rivista, da parte del gruppo di ricerca palermitano, che indagava i meccanismi specifici delle alterazioni metaboliche in corso di acromegalia. La prof.ssa Carla Giordano ed i suoi collaboratori, nell’ambito del Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione, Diagnosi e Cura delle malattie rare Endocrine e Metaboliche, hanno coordinato lo studio mettendo assieme una casistica di più di 200 pazienti acromegalici (numeri elevati considerando la rarità della patologia), esaminando sia  i parametri metabolici di rischio tradizionali, che parametri più innovativi quali il VAI (Visceral Adiposity Index), frutto dello stesso gruppo di ricerca, che recentemente è stato inserito nell’ambito degli indici di rischio metabolico nel sito della Società Italiana di Diabetologia, a riconoscimento della sua validità ed utilità.