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EVENTO/Le Vie dei Tesori chiude con una grande festa interculturale a Santa Chiara

2-nov-2013

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Festa di chiusura all’insegna dell’interculturalità per “Le Vie dei tesori”, il Festival di luoghi e idee che ha animato quattro weekend a Palermo. Domani, domenica 3, ultimo giorno della manifestazione, nel centro salesiano di Santa Chiara, a partire dalle 18, i migliori musicisti stranieri che vivono in Sicilia si alterneranno sul palco insieme con studenti stranieri della scuola di italiano Itastra, con giornalisti esteri, mediatori culturali, esperti di migrazioni, ragazzi Erasmus ospiti a Palermo, professori. Palermo racconterà di essere la patria dell’integrazione da secoli, attraverso le musica e le testimonianze di chi, da altri Paesi, ha scelto di studiare e lavorare in città.
Una kermesse a ingresso gratuito, condotta dalla giornalista Marina Turco, che ha come tema il viaggio: viaggio come incontro, come scambio, come sguardo sull’altro che arricchisce e modifica il proprio. E sullo stesso tema dell’interculturalità, sempre a ingresso gratuito e senza prenotazione, le attività per bambini nel chiostro di Santa Chiara: sarà La Bottega delle percussioni, con Santo Vitale e Gambia, a condurre un trascinante laboratorio di danze afro e percussioni, che si chiuderà con il sorteggio delle magliette per bambini de “Le Vie dei Tesori”. Mentre a fine serata, per chi lo vorrà, il Centro propone una squisita ricetta tipica del Senegal a base di riso e pollo (contributo 2 euro).
Prima, per tutta la giornata di domenica, altri appuntamenti e incontri. Per i più piccoli dalle 10.45 alle 12 all'Econido in via La Loggia due laboratori guidati dalle animatrici di Palermo bimbi, il “Serpente bagnato” e “Uccellini da passeggio con il manico” che li vedrà cimentare in momenti creativi all'insegna della rottura delle associazioni abituali e della creazione di accostamenti inusuali e surreali (su prenotazione). Alle 11.30 alla facoltà di Giurisprudenza, la colazione col professore Vincenzo Provenzano, che indagherà il rapporto che esiste fra religione ed economia, una complessa relazione che si caratterizza per la contemporanea dimensione singola e collettiva dell'individuo, collegata alle strutture istituzionali su cui le società sono costruite. Sempre alla  facoltà di Giurisprudenza, alle 17 La Sicilia non esiste, il capolavoro di Tomasi di Lampedusa visto attraverso la lente ironica e dissacrante di un giovane scrittore di talento, l’agrigentino Giuseppe Rizzo, che nel suo ultimo romanzo pubblicato da Feltrinelli (“Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia”) fa a pezzi tutti i luoghi comuni sulla Sicilia. Con lui il giornalista Gaetano Savatteri.

LA FESTA. E poi la festa, organizzata in collaborazione con il centro salesiano Santa Chiara e con la scuola di italiano per stranieri Itastra. Tra i musicisti ospiti, il peruviano Qary Bastidas & gli Inka Spirit, con la loro musica influenzata e ispirata dagli elementi naturali della madre terra e dal padre sole. Il canto spirituale di Qary Bastidas si riflette nel suo idioma materno, ma anche in altri come lo spagnolo, il tedesco, l´italiano. Il gruppo lavora e diffonde la cultura millenaria dal 1994 in differenti continenti e utilizza costumi tipici. Interculturale, anche nella sua composizione, il gruppo composto dal marocchino Said Benmsafer (liuto arabo), dal fratello Abdel Hadi Benmsafer (eccezionale violinista con tecnica e stile arabo), dal cantante anche lui marocchino Abdel Kabir Hamdach (che sin dall’età di cinque anni ha studiato prima nella scuola coranica della Grande Moschea, poi al Conservatorio musicale di Meknes), dalla cantante siciliana Veronica Racito, fondatrice della “Scuola popolare di musica e danza Tavola tonda” e studiosa della tradizione musicale dell’Africa occidentale e di quella siciliana; dal percussionista siciliano Carmelo Graceffa, che ha studiato nei Paesi Bassi batteria, composizione e arrangiamento con maestri del calibro di Ralph Peterson jr, Gene Jackson, Steve Altemberg, Michael Moore e Kurt Weiss.
E poi ancora il chitarrista José Luis Sottile, nato in Argentina da padre siciliano, che ha fatto parte dell’Orchestra Folklorica del noto musicista e compositore paraguayano Maestro Herminio Giménez. Si è esibito in vari Paesi, Argentina, Paraguay, Cile, Marocco, Spagna, Svizzera. E ancora il senegalese Jali Diabate (jali significa poeta,musicista, professionista di corte che eleva le menti degli ascoltatori con la propria arte) che è nato in una famiglia di antica tradizione musicale e che ha ereditato un patrimonio antico otto secoli. Sin da bambino, ha imparato a suonare la kora dal nonno, dal padre e dal resto della famiglia allargata. La kora è lo strumento-simbolo del jali; è un'arpa con ponticello di 24 corde (tradizionalmente 21) da cui si possono estrarre contemporaneamente melodie e accompagnamenti. La giornata vedrà anche l’esibizione delle ragazze Tamil dirette da Balasri Ragupalan e dal balletto dei bambini del Centro per l’infanzia di Santa Chiara.
A intervenire saranno il direttore della scuola Itastra Mari D’Agostino; il medico delle migrazioni Mario Affronti; l’esperto in diritto di asilo Fulvio Vassallo Paleologo; l’antropologa Gabriella D’Agostino; la giornalista francese Régine Cavallaro; la mediatrice culturale eritrea Yodith Abraha; il rappresentante della comunità del Bangladesh Aktar Sumi Dalia; le studentesse di Itastra Marceleno Anantham Pushparani (Sri Lanka), Michèle Essoh (Costa d’Avorio), Naoko Urata (Giappone); Nguyen Quyen (Vietnam, appena laureata), due ragazze cinesi della della SISU University .
Giornata densa di visite nei tesori aperti per la manifestazione (contributo di 1 euro se si acquista un carnet da 1 euro, di 2 euro per un ingresso singolo). Aperti lo Steri; le Carceri dell’Inquisizione spagnola; la Chiesetta di Sant’Antonio Abate, la Real Casina cinese; la Cripta delle Repentite; la Cappella dei Falegnami e il Circolo Giuridico alla facoltà di Giurisprudenza; il Museo Pitrè; l'Archivio storico comunale, con settemila metri di scaffalature lignee cariche di carte e volumi manoscritti che custodiscono la memoria di sette secoli della città di Palermo; i due ex conventi che ospitano le due sedi dell’Archivio di Stato (Gancia e Catena); l'Arsenale Borbonico, con la fabbrica delle navi spagnole e il museo del mare; la collezione Basile-Ducrot dove sono esposti per la prima volta disegni inediti dei Basile; il Museo geologico Gemmellaro, un viaggio lungo 250 milioni di anni raccontato da 600 mila reperti; l’Orto Botanico; il Museo dei Motori e dei Meccanismi. E poi le cripte di sei chiese (Oratorio del Carminello, San Matteo al Cassaro, Oratorio della Morte in Sant’Orsola; Lanza di Trabia in San Mamiliano; Cocchieri alla Kalsa; Santa Maria di Piedigrotta); le chiese di Santa Chiara e San Nicolò e l’ex manicomio della Vignicella con i suoi spazi verdi e i suoi padiglioni riqualificati. Infine le due sorprese serpottiane che si sono aggiunte fuori programma: il semisconosciuto Oratorio di San Mercurio in vicolo San Giovanni degli Eremiti, accanto all'omonima chiesa, e l’Oratorio di San Lorenzo, in via Immacolatella, da cui fu trafugata nel 1969 “La Natività” di Caravaggio e dove sarà visitabile anche la mostra dedicata all’opera rubata.
Fuori circuito, gestita dall’Associazione dimore storiche e su prenotazione (costo 15 euro a persona) la visita domenica a Palazzo Conte Federico, in via Biscottari, la dimora nobiliare che sorse sulle mura puniche della città con uno scalone di Venanzio Marvuglia e affreschi di Vito D’Anna e Gaspare Serenario.  Il palazzo è ancora oggi abitato dai discendenti di Federico II d’Antiochia, uno dei figli di Federico II.