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PRIN 2022

15-mag-2024

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In aggiornamento ...

Si riporta di seguito l’elenco dei progetti di ricerca PRIN 2022 ammessi a finanziamento

 

Anno   Titolo del progetto Responsabile Scientifico 
 2022  Il Mediterraneo attraverso gli occhi dei cinesi: un'analisi basata su fonti geografiche e di viaggio dalle dinastie Song a Qing (960-1911) Renata Vinci
 2022  Diplomazia, Retorica, Pragmatismo. Uno studio degli atti greci e dei privilegi emessi dagli imperatori bizantini per le città marinare italiane (1100-1400)  Cristina Rognoni
 2022  Per un meta-archivio dell'expertise in materia di commercio: saperi per il diritto positivo nelle sperimentazioni del potere della tarda età moderna (Regni di Napoli e Sicilia)                                                                           Ida Fazio
 2022  Scrittura delle donne e identità nazionale  Matteo Di Gesù
 2022  1920 - 2020 Fantasmagorie di guerra nell'esperienza letteraria contemporanea  Daniela Tononi

 

Descrizioni sintetiche dei progetti di ricerca sopra elencati. 

Il Mediterraneo attraverso gli occhi dei cinesi: un'analisi basata su fonti geografiche e di viaggio dalle dinastie Song a Qing (960-1911)

Responsabile Scientifico: Prof.ssa Renata Vinci

The MediterraneanAlla luce dell'importanza geografica, storica, politica e simbolica del Mediterraneo, sia per il mondo antico che per quello moderno, questa regione tra le terre, anche percepita come la culla dell'Europa (Matvejevic [1987] 1999: 10), è stata vissuta e narrata per secoli come uno "spazio transculturale" per eccellenza, una regione liquida che abbraccia molti popoli, culture ed economie, che non possono essere limitate dal concetto tradizionale di frontiere nazionali (Abulafia 2011: xxiii; Braudel 1985: 8).

Oggi, gli investimenti stranieri nella regione dimostrano il suo ruolo sempre più strategico per le persone che vivono sia vicino che lontano. Tuttavia, mentre il suo significato simbolico per le società europee è ben riconosciuto, pochi studi hanno cercato di investigare la percezione del Mediterraneo da parte del popolo cinese, esplorando la sua formazione, sviluppo e rilevanza.

Basandosi sull'approccio teorico fornito dagli studi sul Mediterraneo e beneficiando degli studi precedenti sulle descrizioni di specifici paesi e nazionalità europei nelle fonti cinesi, questo progetto intende sfruttare le competenze delle Unità di Ricerca nello studio della letteratura geografica e dei viaggi cinesi e arabi per indagare la percezione cinese del Mediterraneo dall'era Song alla dinastia Qing (960-1911) in opere geografiche e di viaggio scritte durante le ultime quattro dinastie imperiali. In particolare, mira a valutare attraverso quali canali e in che misura il Mediterraneo è stato descritto e percepito come uno "spazio transculturale" in Cina nel periodo considerato.

Per far ciò, gli studiosi coinvolti raccoglieranno, classificheranno e analizzeranno, in una prospettiva diacronica, occorrenze del toponimo/i del Mediterraneo e brani correlati dalle fonti imperiali cinesi selezionate mediante un'analisi quantitativa e qualitativa, adottando metodi suggeriti da un ramo transdisciplinare della letteratura comparata noto come Imagologia (Beller, Leerssen 2007).
Cercando rappresentazioni di tratti comuni che uniscono le civiltà del Mediterraneo, anziché trattare singoli paesi e identità nazionali, gli oggetti principali di questa ricerca sono quindi:

1) identificare in che misura la percezione cinese del Mar Mediterraneo riflette l'idea di pluralità e transculturalità,

2) e risalire all'origine della formazione di tale impressione in fonti geografiche precedenti (arabe ed europee) lungo la storia delle interazioni sino-mediterranee;

così facendo, si propone anche di:

3) costruire una piattaforma preliminare di conoscenza sulle impressioni cinesi del Mediterraneo nell'epoca imperiale da condividere con la comunità accademica internazionale, e

4) migliorare la comprensione dello sfondo storico delle attuali relazioni economiche, politiche e culturali, al fine di promuovere un dialogo positivo tra i due poli del continente eurasiatico.

Immagine2 sito web   Sito web: https://www.unipa.it/Il-progetto-00001/

 

Diplomazia, Retorica, Pragmatismo. Uno studio degli atti greci e dei privilegi emessi dagli imperatori bizantini per le città marinare italiane (1100-1400)    

Responsabile Scientifico: Prof.ssa Cristina Rognoni

Il progetto si propone di indagare un aspetto della diplomazia bizantina attraverso 33 documenti greci emessi dagli imperatori bizantini in favore delle città di Venezia, Genova, Pisa, Ancona e Firenze, datati tra il XII e il V secolo. Questi documenti sono disponibili solo in edizioni ottocentesche, che non offrono né una traduzione né un commento a supporto; inoltre, ad oggi gli atti sono stati studiati secondo una prospettiva economica o per le informazioni che forniscono circa la storia politica dell’impero. Il progetto si propone di studiare questo lascito sotto l'aspetto di memoria culturale e sociale e di fornirne una nuova edizione, con traduzione e commento, che sarà preparata sia in versione cartacea che digitale. Verrà sottolineato il valore degli atti come fonte storica capace di illustrare i tratti identitari dei poteri politici coinvolti nell'attività negoziale. Per quanto riguarda Bisanzio, il progetto dimostrerà chiaramente la modernità del suo modo di promuovere forme di relazioni internazionali che oggi chiameremmo "diplomazia culturale". Infine, la proposta mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di questa eredità medievale greca per la storia dell'Europa occidentale e sull'importanza degli Archivi di Stato nel preservare e valorizzare il nostro patrimonio culturale.

 

Per un meta-archivio dell'expertise in materia di commercio: saperi per il diritto positivo nelle sperimentazioni del potere della tarda età moderna (Regni di Napoli e Sicilia)

Responsabile Scientifico: Prof.ssa Ida Fazio

Il progetto, avviato nel 2018, intende proseguire nella costruzione di un ‘meta-archivio’ dell’expertise applicata al governo dell’economia dei regni di Napoli e di Sicilia nel XVIII secolo, da realizzare attraverso la raccolta sistematica e la pubblicazione di una tipologia di documento (le consulte) tipicamente rivolto a fornire al sovrano pareri ‘esperti’ in vista della produzione di norme di ogni livello. In tal modo, il progetto indaga una modalità discorsiva connessa ai processi decisionali in materia economica, collocandola nelle procedure e nelle relazioni che la generano: quelle tra un potere che sperimenta nuove forme di governamentalità della sfera dell’economico, segnata da una invalicabile contraddizione tra interessi privati e pubblica felicità, e i saperi e linguaggi in grado di neutralizzare il gioco degli interessi coinvolti nella decisione sovrana. Definiamo questi saperi come expertise, ovvero una competenza non basata sulla pratica, bensì su linguaggi universalistici che si avvicinano a quelli della repubblica delle lettere ma che emergono all’interno della macchina amministrativa, chiamati a legittimare il comando sovrano e connessi alla produzione del diritto positivo tardo-mercantilistico. Crediamo che questi documenti testimonino un processo, pur imperfetto e discontinuo, di istituzionalizzazione di procedure decisionali che accomuna l’esperienza di governo dei regni di Napoli e Sicilia a quelle delle coeve monarchie commercianti, come tentativi di costruzione di forme di governo compatibili con le aspirazioni del potere alla sublimazione del commercio in pubblica felicità e alla disciplina degli interessi privati. Il progetto ha già prodotto il volume “Consulte, rappresentanze, progetti per l’economia del Regno di Napoli - I. 1734-1739, CNR, Roma 2021” nel quadro del Prin 2015 “Alla ricerca del negoziante patriota”. Si propone ora l’estensione alle istituzioni consultive siciliane, e il suo prosieguo sul fronte del regno di Napoli, dove il 1739, con l’istituzione del Supremo Magistrato di Commercio, segna l’inizio di un processo di istituzionalizzazione forte e di presumibile accentramento della funzione consultiva che la ricerca si propone di verificare misurandone le implicazioni sugli assetti decisamente pluralistici della prima fase del riformismo borbonico. La proposta si inserisce in un progetto di lungo periodo rivolto alla raccolta e alla sistematizzazione della produzione consultiva all’intero Settecento borbonico. Oggetto di dispersione spesso casuale in diversi e disordinati fondi archivistici, la documentazione costituita dalle consulte in materia di commercio costituisce un immenso e inesplorato patrimonio documentario, la cui divulgazione è suscettibile di produrre un significativo impatto scientifico in una molteplicità di ambiti della ricerca e della riflessione storiografica.

 

Scrittura delle donne e identità nazionale

Responsabile Scientifico: Prof. Matteo Di Gesù

Il lavoro di ricerca è dedicato allo studio della lirica civile e patriottica, per il raggiungimento degli obiettivi generali del progetto mediante l’analisi di questo genere letterario, ampiamente praticato da poetesse che, intorno alla metà del secolo XIX, prendono parte attivamente alla stagione dei moti e delle rivolte. Lo specifico caso studio dell’Unità di Palermo sarà la poesia delle donne nella Sicilia di metà Ottocento, poco indagata dagli studi critici e in alcuni casi rimasta del tutto sommersa, sebbene ricca di esperienze significative, sia in funzione del ruolo assunto dall’isola nel corso degli eventi che conducono all’unificazione nazionale italiana, sia per gli esiti letterari raggiunti. Sono numerose, infatti, le poetesse siciliane che partecipano alla stagione risorgimentale, accompagnandone gli sviluppi con versi patriottici e civili. In quasi nessun caso, tuttavia, si dispone di moderne edizioni dei testi che ne recuperino la produzione e ne interpretino gli elementi retoricostilistici, interrogandosi sulle maniere di appropriazione del canone letterario risorgimentale da parte femminile in un contesto geografico e culturale periferico rispetto al panorama nazionale, quello siciliano. Saranno oggetto d’indagine da parte dell’Unità di Ricerca di Palermo le seguenti scrittrici:

- Rosa Muzio Salvo (Termini Imerese, 1815-1866), di cui saranno presi in considerazione gli scritti su alcune riviste destinate al pubblico femminile e la produzione di ispirazione patriottica (Poesie, Palermo, Tipografia Clamis e Roberti, 1845; Prose e Poesie, Palermo, Tip. Clamis e Roberti, 1852; Versi, Palermo, Tip. Giornale di Sicilia, 1869);

- Giuseppina Turrisi Colonna (Palermo, 1822-1848), forse la più nota tra le poetesse siciliane d'età risorgimentale; oggetto di indagine saranno le Liriche, Firenze, Le Monnier, 1846;

- Concetta Ramondetta Fileti (Palermo, 1829-1900): accanto agli inediti, si lavorerà su Poesie, Palermo, F.lli P. Lauriel, 1862; Nuove poesie, Palermo, Tip. del Giornale di Sicilia, 1870 e Tip. dello Statuto, 1887;

- Laura Li Greci (Palermo, 1833-1849), materiali inediti e Carme, Palermo, Tip. Clamis e Roberti, 1849;

- Marianna Coffa Caruso (Noto, 1841-1878), Poesie in differenti metri, Siracusa, Stamp. A. Pulejo, 1855; Nuovi Canti, Noto, Stamp. dell’Intendenza G. Spagnoli, 1859 e Torino, Stamp. dell’Unione tip. editrice, 1863.

 

1920 - 2020 Fantasmagorie di guerra nell'esperienza letteraria contemporanea

Responsabile Scientifico: Prof.ssa Daniela Tononi

Il progetto indaga il rapporto fra guerra e fantasmagoria nelle letterature contemporanee occidentali e orientali e le sue diverse declinazioni in ambito sociale, politico e artistico-letterario. Il termine nasce nel Settecento in riferimento agli spettacoli realizzati con la lanterna magica che, alla fine del secolo, impressionavano il pubblico con la proiezione di figure demoniache, spettacoli oggi considerati come gli antesignani del moderno cinema. Dall'ambito teatrale nel XIX secolo il concetto è migrato verso quello letterario, connotando artifici narrativi attraverso cui restituire il susseguirsi rapido di colori, suoni e immagini, solitamente sfruttati dal genere fantastico. Successivamente però la fantasmagoria, anche per influenza degli studi psicanalitici, oltre che per il mutare del quadro sociale, economico, tecnologico e mediale, acquista più complesse risonanze in quanto rappresentazione soggettiva di un reale perturbato. Queste considerazioni preliminari evidenziano come la fantasmagoria non si presti a un’unica prospettiva di analisi, ma si ponga invece come oggetto d'indagine storica, sociale e culturale da declinare in chiave interdisciplinare. Il progetto intende indagare il processo di rifunzionalizzazione che nella rappresentazione della guerra e delle sue conseguenze trasforma la fantasmagoria e il fantasmagorico in categoria retorica ed estetico-concettuale. Riprendendo e superando gli studi sul fantastico ottocentesco, ampi e largamente soddisfacenti, il progetto intende dunque concentrarsi sulle forme di manipolazione, alterazione e sospensione della realtà che caratterizzano il periodo che va dal primo dopoguerra alla più stretta contemporaneità. Pur nel constante riferimento teorico al fantasmagorico ottocentesco, la ricerca individua infatti nella crisi del realismo, il momento fondamentale e propulsivo alla trasformazione della fantasmagoria che si affranca dal registro del fantastico. Le motivazioni sono da rintracciare nell’impossibilità di una restituzione mimetica del reale all’indomani delle due guerre che spinge a elaborare nuove modalità di rappresentazione capaci di restituire la realtà, anche in ragione del sopravvenire di nuovi stimoli percettivi.