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The Mediterranean through Chinese Eyes: An Analysis Based on Geographical and Travel Sources from the Song to Qing Dynasties (960–1911) [MeTChE]

Il progetto

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MeTChE

Il Mediterraneo attraverso gli occhi dei cinesi:
un'analisi basata su fonti geografiche e di viaggio
tra le dinastie Song e Qing (960-1911)

Premessa

Alla luce dell'importanza geografica, storica, politica e simbolica del Mediterraneo, sia per il mondo antico che per quello moderno, questa regione tra le terre, anche percepita come la culla dell'Europa (Matvejevic [1987] 1999: 10), è stata vissuta e narrata per secoli come uno "spazio transculturale" per eccellenza, una regione liquida che abbraccia molti popoli, culture ed economie, che non possono essere limitate dal concetto tradizionale di frontiere nazionali (Abulafia 2011: xxiii; Braudel 1985: 8).

Oggi, gli investimenti stranieri nella regione dimostrano il suo ruolo sempre più strategico per le persone che vivono sia vicino che lontano. Tuttavia, mentre il suo significato simbolico per le società europee è ben riconosciuto, pochi studi hanno cercato di investigare la percezione del Mediterraneo da parte del popolo cinese, esplorando la sua formazione, sviluppo e rilevanza.

 

Approccio e fonti

Nell'era postnazionale, la richiesta di ripensare i confini nazionali e abbracciare sentimenti inclusivi di interessi condivisi e appartenenza sta spingendo gli studiosi a esplorare nuovi percorsi di ricerca. Il progetto MeTChE mira a comprendere come la Cina percepisse il Mediterraneo come uno spazio transculturale durante l'era imperiale, nello specifico dalle dinastie Song alle dinastie Qing.

Basandosi sull'approccio teorico fornito dagli studi sul Mediterraneo e beneficiando degli studi precedenti sulle descrizioni di specifici paesi e nazionalità europei nelle fonti cinesi, questo progetto intende sfruttare le competenze delle Unità di Ricerca nello studio della letteratura geografica e dei viaggi cinesi e arabi per indagare la percezione cinese del Mediterraneo dall'era Song alla dinastia Qing (960-1911) in opere geografiche e di viaggio scritte durante le ultime quattro dinastie imperiali. In particolare, mira a valutare attraverso quali canali e in che misura il Mediterraneo è stato descritto e percepito come uno "spazio transculturale" in Cina nel periodo considerato.

 

Domande

Il progetto MeTChE prende ispirazione da tre domande:

1. Perché dovremmo abbracciare il concetto di un Mediterraneo "transculturale"?

2. Quali sono i metodi convenzionali utilizzati per la ricerca delle fonti cinesi sul Mediterraneo, e perché è necessario un nuovo approccio?

3. Infine, è appropriato discutere di una percezione "transculturale" del Mediterraneo dal punto di vista cinese?

L'analisi delle fonti cinesi sul Mediterraneo rivela una ricca trama di interazioni culturali e scambi. Informazioni preziose provengono da opere geografiche, mappe, resoconti di viaggio e testimonianze diplomatiche che gettano luce su come la Cina vedesse il Mediterraneo. Nel corso della storia della Cina, studiosi di rilievo hanno registrato le loro osservazioni, intrecciando antiche civiltà mediterranee e figure storiche nei loro resoconti. Analizzare i loro lavori da una prospettiva transculturale ci consente di superare le tradizionali identità nazionali ed esplorare l'interconnessione e la complessità delle relazioni storiche tra la Cina e il resto del mondo. Allo stesso tempo, riconoscendo il Mediterraneo come uno spazio di identità convergenti ma frammentate, ne riconosciamo il ruolo come luogo di coesistenza e ibridità, dove le differenze culturali e i confini nazionali sono sfumati.

 

Metodologia e obiettivi

Per far ciò, gli studiosi coinvolti raccoglieranno, classificheranno e analizzeranno, in una prospettiva diacronica, occorrenze del toponimo/i del Mediterraneo e brani correlati dalle fonti imperiali cinesi selezionate mediante un'analisi quantitativa e qualitativa, adottando metodi suggeriti da un ramo transdisciplinare della letteratura comparata noto come Imagologia (Beller, Leerssen 2007).
Cercando rappresentazioni di tratti comuni che uniscono le civiltà del Mediterraneo, anziché trattare singoli paesi e identità nazionali, gli oggetti principali di questa ricerca sono quindi:

1) identificare in che misura la percezione cinese del Mar Mediterraneo riflette l'idea di pluralità e transculturalità,

2) e risalire all'origine della formazione di tale impressione in fonti geografiche precedenti (arabe ed europee) lungo la storia delle interazioni sino-mediterranee;

così facendo, si propone anche di:

3) costruire una piattaforma preliminare di conoscenza sulle impressioni cinesi del Mediterraneo nell'epoca imperiale da condividere con la comunità accademica internazionale, e

4) migliorare la comprensione dello sfondo storico delle attuali relazioni economiche, politiche e culturali, al fine di promuovere un dialogo positivo tra i due poli del continente eurasiatico.

La nostra intenzione nei prossimi due anni è delineare una panoramica delle percezioni e rappresentazioni dello spazio transculturale del Mediterraneo al fine di "de-border" (de-nazionalizzare) lo studio dei contatti sino-occidentali, in particolare sino-europei. Ciò dovrebbe essere realizzato esaminando il sistema più ampio di cultura condivisa e potenziando gli elementi comuni emergenti dall'incontro di civiltà lungo la storia.
Questo ci permetterà di comprendere come i confini e le partizioni geopolitiche siano variati nel corso della storia, includendo elementi di cultura non materiale come la circolazione di idee (ad esempio, tradizioni e credenze comuni, mitologia, scoperte scientifiche o invenzioni), nonché cultura materiale (commercio e circolazione di merci, uno dei principali catalizzatori della mobilità umana e dell'interesse verso "l'altro").