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FULVIA SCADUTO

La committenza di Francesco Gonzaga vescovo della diocesi di Cefalù (1587-1593)

Abstract

Francesco Gonzaga, al secolo Annibale (1546-1620), giunse in Sicilia «già carico di prestigio» (Brunelli). Nipote del cardinale Ercole e di don Ferrante (suoi precettori) e fratello del cardinale Scipione fu educato alla corte di Mantova e alla corte di Filippo II in Fiandra e in Spagna (insieme ad Alessandro Farnese). Dopo avere ricoperto il ruolo di ministro generale dei Francescani Osservanti, nel 1587 fu eletto, su nomina regia, vescovo di Cefalù. Zelante e rigoroso “riformatore”, estimatore di Carlo Borromeo e in rapporti con quest’ultimo, avviò un’intensa attività di riforma della diocesi. Tra le iniziative promosse e indagate a partire dalle fonti, dalla documentazione e da quanto in parte pubblicato (non esiste uno studio organico e complessivo): la fondazione del Seminario (1590) (che occupò i locali di una casa), le trasformazioni della cattedrale (1588-92) «per ridurla alla romana» (Donesmondi) e divenuta “modello” per le chiese cattedrali della stessa diocesi, la ristrutturazione del palazzo vescovile dove risedette stabilmente, l’istituzione del convento di S. Nicola dei Frati Minori; fornì inoltre puntuali indicazioni per interventi di rinnovamento delle chiese diocesane. Purtroppo dell’operato e dell’attività di promozione artistica e architettonica del prelato resta ben poco o nulla.