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VITO MATRANGA

La questione delle «esplosive palatali» nelle inchieste dell’Atlante Linguistico del Mediterraneo (ALM): l’area italiana centromeridionale

Abstract

Tra i “Problemi redazionali” emersi in fase di controllo e organizzazione dei materiali giunti dalla campagna di rilevamenti dell’Atlante Linguistico del Mediterraneo (ALM), Berruto (1971-1973) rileva la proliferazione e l’eterogeneità di alcune scelte grafemiche operate da diversi raccoglitori che, impegnati in una trascrizione più o meno puntuale delle risposte ottenute, avevano interpretato e risolto variamente alcune delle indicazioni previste nel sistema di trascrizione fonetica che accompagnava il Questionario. Particolarmente complesso era emerso il quadro relativo alla trascrizione di alcune consonanti del settore “palatale”, per le quali i grafemi (e i foni a essi corrispondenti) previsti nel sistema originario (ALM 1959) erano risultati insufficienti. Neanche in seguito agli aggiornamenti che, nel 1971, avevano inteso migliorare la rappresentazione di alcuni tratti fonetici emersi dalle inchieste, hanno consentito di ottenere, nelle operazioni di Revisione della risposta, un quadro pienamente chiaro e omogeneo relativamente alle consonanti “esplosive palatali”. A partire dall’esame dei materiali relativi alle varietà dialettali dell’Italia centromeridionale, attraverso il confronto tra le trascrizioni originarie e quelle della Revisione e in considerazione degli approcci adottati da ciascun raccoglitore, si è inteso affrontare la “questione delle esplosive palatali” nel tentativo di pervenire a soluzioni “accettabili” nella prospettiva di una semplificazione e omogeneizzazione del livello di rappresentazione fonetica nell’ALM, tenendo conto anche della prevista conversione/transcodifica dal sistema originario a quello dell’IPA.