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PAOLA MAGGIO

LA PREVEDIBILITÀ ‘COL VESTITO DI CARTA’: LE SEZIONI UNITE ESCLUDONO LA PORTATA GENERALE DELLA SENTENZA CONTRADA CONTRO ITALIA N. 3

Abstract

Le Sezioni unite forniscono una risposta decisamente negativa al quesito sulla estensibilità della sentenza Contrada c. Italia «nei confronti di coloro che, estranei a quel giudizio, si trovino nella medesima posizione, quanto alla prevedibilità della condanna». Con un percorso motivazionale rigoroso si ricostruisce puntualmente il dibattito in seno alle Sezioni della Corte di legittimità, si valorizza la caratura differente delle «sentenze pilota» rispetto alle pronunce europee ‘minori’, si esalta il paradigma della «giurisprudenza consolidata» e si esclude la portata oggettiva del difetto di prevedibilità del concorso esterno in associazione mafiosa. Fra le righe della motivazione sembra scorgersi un segnale dal tenore fortemente conservativo volto a ridimensionare il ruolo della giurisprudenza europea e a segnare un brusco arretramento rispetto all’affermazione del giudicato fluido in funzione di tutela dei diritti umani. Rimane nell’ombra l’interrogativo di fondo sui rimedi processuali esperibili a seguito delle condanne europee e sulla tutela dei soggetti che versino in posizioni analoghe al ricorrente. Un’alternativa interpretativa potrebbe derivare dalla valutazione della «pertinenza del principio affermato» dalla CEDU in vista della realizzazione della massima espansione della tutela dei diritti dei ‘fratelli minori’, in un contesto improntato a una ‘legalità nuova’ capace di ricomprendere anche i mutamenti giurisprudenziali.