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GIOVANNA MINARDI

MONTACERDOS DI CRONWELL JARA: VOCI DAL SILENZIO DELLA MARGINALITA'

Abstract

L’opera dello scrittore peruviano Cronwell Jara è un punto de riferimento obbligatorio per gli studiosi della narrativa nazionale degli anni ‘80, una narrativa che, però, spesso è associata alla violenza politica che in quegli anni ha sconvolto il Paese, aspetto senza alcuno dubbio valido, ma non esclusivo. Gli anni ‘80 non sono anni molto felici per la storia del Perù: al problema di una crescita veloce e incontrollata della città di Lima, si aggiungono la violenza del movimento terrorista “Sendero Luminoso” e le azioni repressive dell’esercito. Gli scrittori non restano indifferenti a questi cambiamenti, che si ripercuotono nella loro letteratura, inoltre, essi stessi, spesso, sono di estrazione sociale popolare e provengono dalla provincia. Tra questi, anche Cronwell Jara, che, nato in seno a una modesta famiglia trasferitasi a Lima, ha accesso a una formazione accademica e intellettuale e ben presto aderisce alla “nuova narrativa urbana” che ha come oggetto la conflittuale realtà delle barriadas (le favelas peruviane). L’opera di Jara è pertanto strettamente vincolata alla realtà sociale, ma, al contempo, i suoi testi vanno oltre ogni tipo di letteratura di realismo sociale, di denuncia; Jara vuole sperimentare nuovi elementi, tecniche alternative, alla ricerca di un’identità propria, come manifesta, con abile maestria, nel suo primo breve romanzo, Montacerdos, che riassume efficacemente l’impegno artistico e politico dello scrittore, come la sua letteratura sia un luogo di resistenza, un “presente postutopico”.