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GABRIELLA MARCATAJO

Oblio, Identità e verità (Parte prima)

Abstract

Può esistere un diritto a dimenticare a fronte di indiscutibile diritto a ricordare, senza che si consegni alle Corti il potere di riscrivere la storia, eliminando frammenti della sua memo ria? È attorno tale interrogativo che si snodano le riflessioni dell’autore, dirette ad accertare l’esistenza e la natura di un diritto all’oblio, inteso come diritto ad essere dimenticati. La ri voluzione digitale ha consentito la creazione di un archivio infinito e permanente, ma legittimo appare il dubbio circa l’opportunità di un suo indiscriminato sviluppo e di una illimitata tutela del diritto alla memoria, a fronte di istanze di tutela individuale di dignità umana. La risposta, secondo l’autore, è nella ricerca di un ragionevole punto di equilibrio, che recida a monte ogni tentativo di tirannia. Il riconoscimento del diritto all’oblio va collocato nella giusta prospettiva del bilanciamento ragionevole tra diritti fondamentali che impedisce alle Corti, chia mate alla loro tutela, di giungere al completo disconoscimento dell’uno in nome dell’affermazione dell’altro, attraverso una delimitazione delle stesse, in ragione dei relativi scopi di tutela. A segnare il perimetro di esistenza del diritto all’oblio interverrebbero, tre coordinate, il tempo, l’utilità e la verità. In questa prospettiva l’autore propone una originale ricostruzione del diritto all’oblio che passa attraverso il riconoscimento di un nuovo diritto all’identità, intesa come identità digitale, ovvero di una nuova declinazione dell’identità, consistente nel diritto a contestualizzare, aggiornare o rettificare i dati personali, al fine di ottenere una rappresentazione veritiera e corretta di una identità mutevole, financo multipla.