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GABRIELLA MARCATAJO

La riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione e la valorizzazione dell'ambiente.

Abstract

Con la riforma degli art. 9 e 41 della Costituzione, approvata l’8 febbraio 2022, l’ambiente entra nella Costituzione tra i principi fondamentali ed in qualità di limite all’esercizio dell’attività economica. Il saggio propone una lettura della riforma in grado di avvalorare quell’orientamento che, sin dal secolo scorso, propugnava la ricostruzione dell’ambiente come diritto fondamentale della persona, in linea con la valorizzazione dello stesso quale bene distinto dal paesaggio, in una prospettiva esistenzialista di tutela della persona. La modifica introdotta, secondo l’autore, colma un vuoto costituzionale, divenuto insostenibile alla luce degli sviluppi della tutela ambientale, così come difesa da un orientamento dottrinale e giurisprudenziale diretto ad ascriverla nella più ampia e discussa area della tutela della persona. L’ambiente riceve cioè finalmente quella consacrazione espressa concessale fino ad oggi implicitamente tra le pieghe di norme altre, come valore apicale ordinamentale, ai sensi del combinato disposto degli articoli 2, 9 e 32 della Carta costituzionale. In questa prospettiva nuove e significative conferme giungono, secondo l’autore, dalla teorica dei beni comuni. L’ambiente, come bene comune strumentale al soddisfacimento dei bisogni della persona, va analizzato, in una prospettiva di solidarietà intergenerazionale, il cui fondamento costituzionale riceve oggi la sua consacrazione ufficiale, in linea con le riflessioni offerte dalla rilettura teologica dei testi sacri. L’ambiente, il creato, nel linguaggio teologico, non è cioè oggetto di proprietà esclusiva, ma piuttosto quale bene comune, la cui utilità è strumentale al soddisfacimento di bisogni fondamentali della persona umana, diviene terreno di condivisione aperta e solidale.