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PATRIZIA LASPIA

Per una lettura non antropocentrica della filosofia della natura di Aristotele

Abstract

L'articolo presenta una lettura non antropocentrica della filosofia della natura di Aristotele facendo leva su tre punti chiave: 1. Aristotele non è il padre dei saperi specialistici. Le opere biologiche sono il fulcro del programma di ricerca aristotelico sulla natura, fulcro dell'intero Corpus aristotelicum. 2. Nelle scienze naturali Aristotele è un continuista: fra le diverse forme di vita (vegetale e animale, animale e umana) i passaggi avvengono con continuità. Proprio da lui si origina il detto secondo cui natura non facit saltus. 3. I passi in cui Aristotele sembra esprimersi a favore di una biologia antropocentrica – e ciò non solo nella Politica, ma anche nelle opere biologiche, ad esempio nella discussione del privilegio umano della stazione eretta – sono in realtà da interpretare come una maggior rispondenza della specie umana all'universo, che si manifesta nell'esercizio del linguaggio e dell'intelligenza. Emotività ed espressività sono tuttavia presenti in molte specie animali; mentre l'intelligenza è posseduta in primo luogo dalle realtà sopralunari. L'intelligenza non è dunque un possesso specifico dell'uomo, ma la vita stessa dell'universo.