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BEATRICE LA PORTA

Riflessioni a margine dell’ordinanza cautelare del 26 novembre 2021 del Tribunale di Gorizia: greenwashing tra concorrenza sleale e diritto del consumatore all’acquisto consapevole

Abstract

La pubblicizzazione sul mercato di prodotti ecofriendly non di rado si è rivelata frutto di pratiche scorrette di c.d. greenwashing, ciò consistendo in ipotesi di concorrenza sleale capaci di alterare i sistemi competitivi del libero mercato e ledere il diritto dei consumatori all’acquisto consapevole. Simili atti sono oggi sanzionati ricorrendo ad inibitorie e a comunicazioni pubbliche in cui l’impresa infedele informa i propri consumatori circa l’ingannevolezza dei comportamenti posti in essere. In tale ambito, che in primo luogo interessa il settore agroalimentare, si inserisce l’ordinanza cautelare del 26 novembre 2021 del Tribunale di Gorizia. Il ricorso a disciplinari di produzione basati su dati scientifici e frutto di accordi interprofessionali che permettano di inserire una regolazione privatistica all’interno di un più ampio quadro pubblicistico, potrebbe rivelarsi idoneo a contrastare simili pratiche sleali, specie se rafforzato dall’uso di sistemi e strumenti innovativi quali la blockchain.