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GAETANO GUCCIARDO

Prevalenza femminile e prestigio della professione di assistente sociale

Abstract

Il debole riconoscimento pubblico della professione dell’assistente sociale è causa o effetto della persistente prevalenza del genere femminile? È un tema che pone rilevanti questioni in merito alla natura della stessa professione e alla sua immagine pubblica. Il debole riconoscimento pubblico della professione si accompagna alla persistente prevalenza del genere femminile e sembra dunque che la asimmetria di genere e la svalutazione della professione si alimentino reciprocamente. La prevalenza femminile nella professione può essere spiegata con l’inclinazione femminile per lavori che comportino una dimensione relazionale oppure con le persistenti disparità di genere. Alla professione dell’assistente sociale si riconosce uno status, a parità di impegno richiesto per il conseguimento del titolo e dell’abilitazione, inferiore rispetto ad altre professioni. Il meccanismo generativo sembra poter essere individuato nelle preferenze degli uomini, i quali tendono a scegliere professioni più prestigiose. Se così è, la femminilizzazione non può essere considerata la causa ma l’effetto del debole riconoscimento pubblico della professione. Gli elementi su cui agire, allora, sono quelli relativi proprio allo status dell’assistente sociale, sui percorsi formativi, sui processi di acquisizione delle competenze professionali, sul riconoscimento accademico della professione, sulla strutturazione e diffusione di percorsi accademici di ricerca.