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ELISABETTA DI STEFANO

Estetica urbana. Atmosfere e artificazione degli spazi della città

Abstract

Ancora uno studio su questo argomento, infatti i pochi saggi su temi analoghi non adottano una prospettiva filosofica. Il volume mira a colmare questa lacuna affrontando l’estetica urbana attraverso due paradigmi interpretativi, che talvolta nel libro vengono intrecciati: i concetti di atmosfera e di artificazione. La nozione di “atmosfera” nasce in seno alla nuova fenomenologia tedesca di Hermann Schmitz ed è declinata verso l’estetica dal filosofo Gernot Böhme che la considera un paradigma privilegiato per indagare gli spazi emozionali, intesi come frutto di relazioni affettive tra il soggetto percipiente e l’oggetto percepito. Pertanto l’estetica delle atmosfere si rivela uno strumento teorico utile per la progettazione architettonica e urbana. Le atmosfere degli ambienti privati e pubblici saranno analizzate attraverso casi di studio focalizzati sullo spazio domestico, sui luoghi di cura, sullo spazio dei libri (biblioteche e librerie) e sugli ambienti sacri. Tali analisi spesso si muoveranno tra spazi reali e immaginari, poiché secondo Boehme l’estetica delle atmosfere ha una matrice retorica e trova un caso esemplare nelle descrizioni letterarie. Nell’estetica urbana il concetto di atmosfera si relaziona produttivamente con quello di artificazione che, in senso lato, indica “la trasformazione di qualcosa che non è arte in arte”. Intrecciando diversi concetti di artificazione (quello delle sociologhe francesi Natalie Heinich e Roberta Shapiro; quello elaborato dai teorici dell’Everyday Aesthetics Thomas Leddy, Yuriko Saito, Ossi Naukkarinen e quello dell’etologa Ellen Dissanayke), l’arificazione sarà qui intesa come un processo e un “fare arte” in senso collettivo. Questo “fare arte insieme” ha spesso come risultato quello di modificare non solo gli ambienti che vengono “artificati”, ma anche i soggetti coinvolti nel processo trasformativo, pertanto l’artificazione acquista il valore di strumento di trasformazione sociale e urbana. Tale fenomeno sarà analizzato attraverso alcuni esempi incentrati sui processi artistici collettivi messi in pratica nelle case private durante il lockdown, nelle carceri e nelle periferie urbane degradate che vengono sempre più spesso decorati con murales. Tuttavia, nei vari esempi considerati, la trasformazione non si traduce in un processo finalizzato alla produzione di opere d’arte o in un abbellimento puramente esteriore, ma in un “fare arte” collettivo che determina cambiamenti sociali. Il volume pur raccogliendo alcuni saggi già pubblicati (per lo più in inglese) in altre sedi editoriali, li rielabora alla luce del filo conduttore volto a tenere insieme due paradigmi teorici che non erano mai stati accostati e che invece possono offrire una chiave di lettura inusitata e originale per l’estetica urbana. Pur mantenendo il rigore scientifico e argomentativo dei testi originari, il volume mira a presentare i concetti di atmosfera e artificazione in forma semplice e chiara anche grazie al ricorso ai casi di studio, in modo da rendere il volume accessibile non solo alla comunità scientifica, ma anche agli studenti universitari e ai lettori non specialisti.