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SILVIA CATTIODORO

L’altro architetto dei Cassina. Colin Glennie a casa di Adele

Abstract

Quando Adele, figlia unica di Cesare Cassina ed erede dell'azienda simbolo del design Made in Italy, decise con il marito Rodrigo Rodriquez di costruire la casa per la propria famiglia, tra tutti i famosi architetti a cui si sarebbe potuta affidare, scelse il quasi sconosciuto Colin Glennie, come gesto evidente di indipendenza dalla figura paterna. Inglese di nascita e svizzero di adozione, con contatti e committenti italiani fin dalla metà degli anni '60, Glennie risulta a torto obliato nei libri di storia dell'architettura, nonostante i suoi stretti rapporti con Le Corbusier che gli erano valsi anche la fiducia di Heidi Weber per terminare la Maison de l'Homme a Zurigo. Diversamente da molti suoi coetanei, ai grandi progetti urbani aveva preferito l'approfondimento degli interni residenziali, piccoli scrigni di domesticità sartoriale nei quali verificare soluzioni “tutte disegnate”, dalla scala architettonica al dettaglio d'arredo. Villa Rodriquez al Ronco di Carimate è l'esempio di come le linee del Movimento Moderno di cui Glennie si sentiva erede venivano declinate dalla rara capacità di dialogo e confronto con committenti che quasi sempre diventavano amici, e traghettate nelle forme degli anni '70 ricercate dalle nuove generazioni di una certa borghesia illuminata.