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NICOLA CUSUMANO

Aspetti della storiografia moderna su ethne e religioni nella Sicilia antica

Abstract

Obiettivo del testo è tentare di indicare alcuni aspetti del dibattito storiografico moderno sul rapporto tra etnicità e culti nella Sicilia antica, partendo dal presupposto, credo ampiamente condiviso, che ogni ricostruzione storica del passato è anche un terreno di scontro sul presente dello storico. Vi è insomma un rapporto fondamentale tra presente e passato, rapporto che si inscrive dialetticamente nella tensione comprendere il presente mediante il passato e comprendere il passato mediante il presente. In questa prospettiva orientare la questione delle origini in una direzione piuttosto che in un’altra diventa funzionale a opzioni ideologiche e a strategie di legittimazione politica, come ha messo esemplarmente in luce Arnaldo Momigliano a proposito della storiografia moderna sulla Sicilia antica. Assume interesse in questo quadro la metafora degli strati geologici, il cui grande successo e la cui efficacia simbolica sono confermati dalla sua presenza in illustri esponenti della storiografia europea inglese, tedesca, francese, tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento (con epigoni più recenti). Il sottosuolo e la sua scienza diventano, dunque, un codice simbolico, il cui campo funziona da area d’incrocio e di snodo pluridisciplinare. La geologia fornisce perciò un serbatoio di immagini e un modello descrittivo vincente nella cultura storica, come è stato mostrato, tra gli altri, da M. Sahlins e R. Koselleck. Nella questione dei questione dei culti indigeni nella Sicilia greca, sembra emergere da questo tema d’indagine un denso intreccio di polarizzazioni reciprocamente connesse: tra continuità e discontinuità, interno ed esterno, identità e alterità, mescolanza e separatezza, inclusione, esclusione e costruzione dello straniero.