Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

MARINA CALOGERA CASTIGLIONE

Nomi di giovani e nomi di re. Il patrimonio onomastico nella tradizione favolistica di Giuseppe Pitrè

Abstract

La tradizione favolistica mondiale attinge i nomi dei propri protagonisti dalla creatività popolare, attribuendogli soprannomi che rappresentano linguisticamente il destino o l'origine o un tratto fisico, oppure rifacendosi al contesto regionale. Giovani popolani e re, nei centoquaranta testi di fiabe raccolti nella Biblioteca delle Tradizioni popolari di Giuseppe Pitrè, non sono connotati onomasticamente in maniera che ne denunci la provenienza sociale. Ipocoristici e soprannomi, persino ingiuriosi, possono essere il marchio distintivo del figlio minore di un fabbro come del reuccio di Spagna. In ogni caso la presenza del nome proprio, quale che esso sia, è segno inequivocabile di una centralità del personaggio all'interno dell'azione narrativa. Infatti, risulta estremamente raro che i personaggi secondari siano coinvolti in un processo di nominazione. I favellatori a cui si rivolse Pitrè in maniera diretta o a cui si rivolsero i suoi collaboratori negli altri centri siciliani presentano, da questo punto di vista, analogia di comportamento, evidenziando una costante del racconto orale. Nel contributo si procederà ad un'analisi quantitativa del patrimonio onomastico femminile e maschile, evidenziando le occorrenze e le varianti presenti nel corpus.