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FABIO CARADONNA

Metilazione del DNA in artrite reumatoide

  • Autori: CARADONNA F; SCIANDRELLO G; MAURO M; BARBATA G
  • Anno di pubblicazione: 2005
  • Tipologia: Abstract in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/17410

Abstract

Lo stato di metilazione del DNA genomico e del gene PTHrP è stato valutato con tecniche molecolari e citogenetiche in artrite reumatoide (AR), patologia autoimmune caratterizzata anche da alta incidenza di linfomi e da ipercalcemia per overespressione del gene PTHrP. La metilazione del DNA, infatti, ha un ruolo critico nello sviluppo delle malattie neoplastiche; il gene PTHrP avendo tre promotori uno dei quali contiene un’isola CpG è un buon candidato per la deregolazione da alterato pattern di metilazione locale. Le indagini sulla metilazione genomica, condotte su DNA estratto da sangue periferico di pazienti e di donatori e amplificato in reazioni di Methylation-Sensitive Arbitrarily Primed (MeS-AP)-PCR, hanno indicato che AR è fortemente associata a ipometilazione globale del DNA. Analogamente, l’analisi del pattern di metilazione del DNA cromosomico per mezzo della tecnica di immunofluorescenza indiretta con anticorpo anti-5 metilcitosina ha mostrato che le metafasi di linfociti periferici dei soggetti di controllo presentavano cromosomi quasi uniformemente decorati con grani brillanti; viceversa, i cromosomi dei pazienti AR erano debolmente fluorescenti senza grani discreti. Gli studi sulla metilazione del promotore 2 del gene PTHrP condotti su 5 siti all’interno dell’isola CpG utilizzando la tecnica Methylation-Sensitive Restriction Endonuclease Multiplex (MSREM)-PCR hanno mostrato che un sito tra i più vicini al sito di inizio della trascrizione è fortemente metilato in un gruppo significativamente grande di pazienti. Pertanto in AR ipometilazione genomica si accompagna a ipermetilazione gene-specifica, caratteristica comune a diversi tumori. Ciò indica che la suscettiblità ai linfomi può essere correlata a livelli alterati di metilazione e suggerisce l’opportunità di valutare lo stato di metilazione del DNA in pazienti sottoposti a terapie demetilanti, che insieme alla dieta e allo stile di vita, possono aumentare il rischio di evoluzione in patologie tumorali.