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LUISA AMENTA

Senza parole. La formulazione del genere nei discorsi e nelle pratiche dei giovani. Evidenze dal campo

Abstract

Il contributo ha per oggetto l’analisi del rapporto tra gli usi linguistici relativi all’espressione dell’identità di genere e le pratiche, i valori e gli orientamenti sottostanti. La ricerca si pone in una prospettiva interdisciplinare di interazione tra il filone di analisi linguistica dei gender studies e l’analisi sociologica sugli stereotipi di genere e sessisti, a partire dalle testimonianze di un gruppo di 150 studenti delle scuole superiori, intervistati e coinvolti in un progetto di ricerca azione realizzato nella provincia di Pesaro Urbino, volto a indagare il genere, percepito e praticato nelle relazioni sociali tra giovani, così come emerge dalle definizioni, rappresentazioni ed opinioni. Partendo dall'ipotesi che la parità e la valorizzazione della diversità di genere siano tutt'altro che scontate, soprattutto nelle nuove generazioni, l’indagine ha verificato la relazione tra il genere pensato, detto e fatto (West, Zimmerman 1987). É la mancanza di parole ad emergere, la debolezza di un vocabolario inclusivo delle differenze e delle sue sfumature, che si risolve più spesso in antinomie riduttive, binarie e gerarchiche a partire dall'identità di genere. L'assunzione di una parità raggiunta, ad indicare l'assenza di problematicità, si contrappone alla negazione della differenza che si risolve nell'uniformarsi alla dominazione egemone maschile. In tale contesto la percezione della diversità, come valore in sé, sembra offuscata e la stessa costruzione di una definizione linguistica di ‘genere’ risulta difficile, così come emerge dai risultati della ricerca. Le parole scelte dagli adolescenti per esprimere le percezioni e definizioni rispetto al genere e al concetto di discriminazione denunciano l’assenza di riflessioni e di una messa in discussione (Fraser 2013), ma anche una consapevolezza immatura, che rispecchia ed è funzionale ad un sistema di diseguaglianze sempre più ampie, mancanti di una lettura incrociata e intersezionale.