Senza parole. La formulazione del genere nei discorsi e nelle pratiche dei giovani. Evidenze dal campo
- Autori: Farina, F; Genova, A;; Amenta, L.
- Anno di pubblicazione: 2016
- Tipologia: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/224453
Abstract
Il contributo ha per oggetto l’analisi del rapporto tra gli usi linguistici relativi all’espressione dell’identità di genere e le pratiche, i valori e gli orientamenti sottostanti. La ricerca si pone in una prospettiva interdisciplinare di interazione tra il filone di analisi linguistica dei gender studies e l’analisi sociologica sugli stereotipi di genere e sessisti, a partire dalle testimonianze di un gruppo di 150 studenti delle scuole superiori, intervistati e coinvolti in un progetto di ricerca azione realizzato nella provincia di Pesaro Urbino, volto a indagare il genere, percepito e praticato nelle relazioni sociali tra giovani, così come emerge dalle definizioni, rappresentazioni ed opinioni. Partendo dall'ipotesi che la parità e la valorizzazione della diversità di genere siano tutt'altro che scontate, soprattutto nelle nuove generazioni, l’indagine ha verificato la relazione tra il genere pensato, detto e fatto (West, Zimmerman 1987). É la mancanza di parole ad emergere, la debolezza di un vocabolario inclusivo delle differenze e delle sue sfumature, che si risolve più spesso in antinomie riduttive, binarie e gerarchiche a partire dall'identità di genere. L'assunzione di una parità raggiunta, ad indicare l'assenza di problematicità , si contrappone alla negazione della differenza che si risolve nell'uniformarsi alla dominazione egemone maschile. In tale contesto la percezione della diversità , come valore in sé, sembra offuscata e la stessa costruzione di una definizione linguistica di ‘genere’ risulta difficile, così come emerge dai risultati della ricerca. Le parole scelte dagli adolescenti per esprimere le percezioni e definizioni rispetto al genere e al concetto di discriminazione denunciano l’assenza di riflessioni e di una messa in discussione (Fraser 2013), ma anche una consapevolezza immatura, che rispecchia ed è funzionale ad un sistema di diseguaglianze sempre più ampie, mancanti di una lettura incrociata e intersezionale.