QUARTOPOLO/Crus rivendica ruolo centrale e leadership università statali
Nei giorni scorsi, i consigli di amministrazione dell’Università e della Fondazione Kore di Enna, avevano espresso “il più netto ed inequivocabile dissenso sulla forma e sul contenuto del cosiddetto ‘IV polo universitario siciliano”, così come delineato nell’ambito dell’Intesa preliminare di Accordo di Programma Quadro (Apq), finalizzato al potenziamento del Sistema universitario siciliano, firmata lo scorso 8 giugno a Roma presso il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, oltre che da rappresentanti dello stesso Ministero, dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione Mario Centorrino, dal presidente del Comitato regionale delle Università siciliane, Roberto Lagalla, in rappresentanza dei rettori delle quattro università siciliane, e dal presidente del comitato promotore per il IV Polo, il presidente della Provincia regionale di Enna, Giuseppe Monaco.
A questo proposito, martedì 6 luglio, il presidente del Crus e rettore di Palermo, Roberto Lagalla, ha inviato al Ministro Gelmini, al capo dipartimento per l’Università, l’Afam e la Ricerca, al direttore generale per l’Università, lo studente e il diritto allo studio Universitario e ai componenti della segreteria tecnica del Miur, al presidente della Regione Raffaele Lombardo, all’assessore Centorrino e al dirigente generale del dipartimento regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, un documento sulla rimodulazione del sistema universitario siciliano sottoscritto anche dai rettori di Catania, Antonino Recca, e Messina, Francesco Tomasello, al termine della riunione che si è tenuta nell’ateneo peloritano.
In riferimento alla proposta di riorganizzazione degli studi universitari a livello regionale, e prendendo atto della volontà dei vertici della Fondazione Kore di Enna che hanno rivendicato il loro potere decisionale e la loro autonomia come università privata, il documento trasmesso dal Crus rivendica a sua volta “il ruolo centrale e la leadership delle università statali, nell’ambito del processo di riorganizzazione, nel rispetto delle regole e dei requisiti di legge e nei limiti dei finanziamenti pubblici”, sottolineando che i tre atenei statali “vigileranno, in cooperazione con il Miur, sul pieno rispetto dei requisiti minimi e qualificanti dei corsi di studio, in ambito regionale”.
I tre atenei statali chiedono, inoltre, alla Regione siciliana di “ponderare il supporto finanziario e strutturale del sistema formativo pubblico e della ricerca siciliano, tenendo conto del diverso ruolo degli atenei statali e di quello privato, e al Ministero di vigilare, fin dall’anno accademico 2010/2011, che i Corsi di studio attivati, sia per le statali che per la Kore di Enna, posseggano i requisiti previsti dalle normative vigenti”.
In materia di decentramento, poi, vengono “riconosciute le aspettative dei territori ma al tempo stesso segnalano l’esigenza della sostenibilità del decentramento, in termini di risorse umane e finanziarie, con il concorso degli Enti locali. Entro questi limiti, con senso di responsabilità, l’Università di Catania e di Messina, con riferimento al comprensorio di Siracusa e Ragusa, e l’Università di Palermo nella Sicilia occidentale (Agrigento, Caltanissetta, Trapani), propongono l’istituzione di Poli dotati di crescenti livelli di autonomia (mediante organismi di coordinamento con gli Enti locali) che, nell’arco di cinque anni, possano portare alla realizzazione di strutture autonome federate, nello spirito del Ddl Gelmini”.
Per tali ragioni, il documento sollecita il Miur a “definire formalmente gli atti conseguenti alla pre-intesa già sottoscritta sulla riorganizzazione degli studi a livello regionale, tenendo presenti le modificazioni del quadro di riferimento derivanti dalle considerazioni fin qui esposte. In tal senso, dovranno essere identificate, anche di concerto con la Regione e con i competenti Enti locali, le risorse, già programmate nel piano triennale, necessarie per qualificare i processi ed assecondare le strategie di cambiamento del Sistema universitario regionale, con particolare riferimento alla rimodulazione della presenza territoriale degli atenei”.
Infine, alla luce della volontà formalmente espressa dalla Kore di mantenere lo status di Università privata, i rettori invitano la Regione siciliana a “riconsiderare le modalità di ripartizione dei finanziamenti, tenuto conto del fatto che le Università statali stanno mantenendo la contribuzione studentesca a livelli socialmente sopportabili”.