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ROSA MARIA VITRANO

Palermo. Progettazione ambientale e valore della preesistenza

Abstract

In assonanza con un percorso tracciato da importanti figure quali Pierluigi Spadolini ed Eduardo Vittoria «che indicavano una precisa direzione culturale sulla concezione dell’habitat non limitata ai soli aspetti fisico-formali, ma già attenta alle determinazioni immateriali del progetto e orientata a un’idea di sostenibilità ambientale e socio-economica preludio degli attuali approcci della governance ambientale» (Schiaffonati et al., 2011), nelle principali ricerche sviluppate nella Sede di Palermo la Disciplina tecnologica è stata utilizzata come agente interpretativo dei processi coinvolti nella comprensione e valorizzazione della preesistenza in tutte le sue accezioni. Fra gli obiettivi ritenuti prioritari: incentivare la realizzazione di interventi di valorizzazione dei beni culturali; utilizzare la tecnologia come strumento metodologico qualificante della materia storica e del contesto ambientale in cui insiste; tutelare e valorizzare l’ambiente costruito e promuovere lo sviluppo sostenibile. Ciò nella convinzione che un tecnologo ha l’obbligo di esplorare i diversi ambiti della progettazione tecnologica, per cogliere l’immanenza e le peculiarità di ogni contesto e per governare le problematiche del costruito ad ogni scala. È su questi orientamenti che anche la Sede di Palermo nel corso degli anni, considerando via via il rinnovato quadro legislativo a livello comunitario e nazionale, attua un processo generativo di nuove linee di ricerca correlate a sempre più evoluti obiettivi ambientali, cogliendo l’eredità dalla cultura normativa prestazionale e declinandola nelle dimensioni multiscalari della governance di processi decisionali complessi.