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GASPARE VENTIMIGLIA

Il cantiere di restauro della facciata barocca del palazzo Floridia-Bertini a Ragusa, patrimonio mondiale dell'umanità (UNESCO)

  • Autori: Ventimiglia, Gaspare; Gatto, Giovanni
  • Anno di pubblicazione: 2018
  • Tipologia: Contributo in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/351172

Abstract

Il contributo presenta le attività analitiche che hanno supportato l’elaborazione del progetto di restauro della facciata barocca del palazzo Bertini a Ragusa, inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, e le fasi del cantiere di restauro, con particolare riguardo alle tecniche di pulitura, consolidamento e reintegrazione delle superfici architettoniche. Il palazzo è edificato alla fine del XVIII secolo lungo uno degli assi principali dell’impianto urbano sviluppato dopo il terremoto del 1693. L’originaria conformazione della facciata barocca viene modificata nel 1847, quando si esegue una significativa revisione dell’assetto stradale, con l’abbassamento della quota originaria: il portale è allungato e i tre portali minori divengono le aperture con balcone poste al piano intermedio; questi, nelle chiavi d’arco, recano scolpiti i “mascheroni” in pietra pece, ovvero le teste del mendicante, del nobiluomo e dell’uomo giunto dall’oriente. Il progetto di restauro è indirizzato verso la conservazione di tutti gli elementi dell’articolata facciata. Le operazioni di pulitura hanno previsto la rimozione dei fenomeni di degrado nel rispetto delle superfici materiche e delle patine naturali. Gli elementi architettonici di calcarenite e i mascheroni di pietra pece manifestavano consistenti fenomeni di disgregazione e croste nere, e sono stati consolidati - a seconda dei casi - con l’impiego del silicato d’etile o le applicazioni di soluzioni stabili a base di nano-calce, quindi puliti con acqua nebulizzata o impacchi di argilla con carbonato di ammonio; le patine biologiche sono state rimosse con sostanze biocida. La preliminare indagine termografica dell’intonaco settecentesco ha evidenziato i fenomeni di distacco dal supporto murario e guidato gli interventi di consolidamento con micro-iniezioni di calce idraulica e le reintegrazioni delle lacune. Sono stati rimossi alcuni elementi estranei, come i perni dei vecchi cavi elettrici ed alcuni rammendi cementizi. Le reintegrazioni nelle superfici intonacate sono state eseguite con particolare attenzione alla compatibilità chimico-fisica con le malte esistenti, verificata attraverso le indagini di laboratorio svolte su campioni d’intonaco in sezione sottile, che ne hanno evidenziato le caratteristiche mineralogico-petrografiche. L’intervento sui pregevoli elementi in ferro è condotto mediante l’asportazione con spazzole dello strato ossidativo e di altre sostanze estranee; il successivo trattamento ha interessato la protezione con cera microcristallina passata a pennello. Alcune simulazioni vettoriali, infine, hanno guidato l’operazione conclusiva di velatura in alcune aree della facciata barocca. Il contributo presenterà in dettaglio gli interventi svolti durante il cantiere di restauro ed il loro esito, evidenziando le riflessioni che hanno condotto alle scelte operative.