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VITA MARIA TRAPANI

Microstorie di design siciliano

Abstract

Il testo parte dalla considerazione che in Sicilia il design ha una matrice certa e di elevatissimo livello; ci si riferisce al design ante litteram che Ernesto Basile seppe esprimere all’inizio del ‘900 collaborando con la fabbrica Ducrot, diventato anche un possibile paradigma per riavviare, con la scuola di Anna Maria Fundarò, una via siciliana al design che promuovesse forme di sviluppo territoriale, di autonomia e consapevolezza culturale rispetto alla dilagante omologazione della grande produzione industriale. Il design è parte della storia umana e si sviluppa non solo nello specifico ambito specialistico, ma nelle pratiche e nelle strategie della quotidianità; quindi difficile tracciare differenziazioni nette tra arte, artigianato, design, specie in Sicilia laddove l’alto l’artigianato artistico ha sempre accolto anche aspetti della cultura popolare e viceversa, mentre non è mai emersa una vera solida cultura industriale. Ma certamente storie di design sono sempre state presenti, più o meno isolate o sottotraccia, nelle storie della cultura materiale siciliana; dalla diffusione attraverso l’insegnamento universitario della specifica disciplina orientata a formare “progettisti del quotidiano” attenti e consapevoli, fino alle sperimentazioni imprenditoriali volte a introdurre dinamiche innovative nei diversi settori e contesti produttivi. Nel testo si prova a costruire alcuni elementi di una narrazione “aperta”, indicandone le possibili connessioni, per avviare l’identificazione di una o più linee evolutive del design siciliano, ricordando alcune emblematiche “microstorie” e altre più recenti e significative emergenze del progetto del design.