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LUCA TUMMINELLO

La mafia come metodo e come fine: la circostanza aggravante dell'art. 7 d.l. 152/1991, convertito nella l. 203/1991

Abstract

Sommario: 1. Considerazioni introduttive. - 2. La circostanza aggravante c.d. del metodo mafioso: una rilettura “territoriale”. Il contesto sociale come supporto ermeneutico per la valutazione dell’idoneità della condotta. - 2.1. La “cerchia dei destinatari” dell’aggravante del metodo mafioso. Compatibilità tecnico-giuridica con la partecipazione all’associazione mafiosa (art. 416 bis c.p.). - 3. La variante dell’agevolazione mafiosa. Il delitto-base come “morfema” materiale della finalità agevolatrice? - 3.1. Segue: l’accertamento di un «coefficiente di idoneità obiettiva» o di «pericolosità potenziale». - 3.2 La “cerchia dei destinatari” dell’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Compatibilità con la fattispecie di cui all’art. 416 bis c.p.: dolo specifico “generico” e dolo specifico “speciale”. - 3.3. Rapporti tra l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e il concorso materiale c.d. esterno nel reato di associazione mafiosa. - 4. Ulteriori profili esegetico-applicativi della circostanza aggravante del metodo e del fine di agevolazione mafiosi. Compatibilità tra l’aggravante del metodo mafioso e quella prevista dagli artt. 628, comma 3, n. 3, e 629, comma 2, c.p., per la rapina e l’estorsione. - 4.1. Compatibilità tra l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e quella prevista dall’art. 378, comma 2, c.p. Rapporti tra l’art. 7 del d.l. n. 152 del 1991 e l’assistenza agli associati di cui all’art. 418 c.p. - 5. Considerazioni conclusive