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MICHELE SBACCHI

Traslazioni dalla teoria al progetto

Abstract

Questo saggio illustra la complessità del rapporto che esiste tra teoria dell’architettura, progetto e architettura realizzata. L’argomento, data la sua vastità, viene affrontato solo parzialmente, tracciandone alcuni aspetti generali e soffermandosi su alcuni casi particolari. Il libro risulta dalla elaborazione di scritti prodotti in varie occasioni abbastanza diverse tra di loro: lezioni, seminari, riunioni. Sebbene gli scritti appartengano a tempi talora distanti tra loro, essi sono attraversati da medesimi filoni di pensiero. Uno di essi è la questione, a nostro avviso, fondamentale, dello svuotamento di contenuto metaforico e simbolico cui l’architettura è soggetta. Rispetto a questa tematica culturale, che certo non riguarda solo l’architettura ma è generale, le riflessioni elaborate da Edmund Husserl e Martin Heidegger rimangono centrali e sempre più valide rispetto a una cultura che accresce incessantemente il suo atteggiamento tecnocratico. Numerose questioni in cui si dibatte la progettazione architettonica contemporanea non possono essere correttamente affrontate se non alla luce delle meditazioni di questi pensatori. Ci riferiamo all’avvento delle tecnologie informatiche, alla pragmatizzazione del progetto di architettura, ai sempre più frequenti tentativi – vedi valutazione di impatto ambientale, certificazioni di qualità, analisi costi-benefici –- di inscrivere il progetto in una dimensione quantitativa e misurabile e, illusoriamente, razionalizzabile. Per questi fini risulta fondamentale enucleare alcune tappe particolarmente significative nell’evoluzione del pensiero architettonico. In relazione a ciò un secondo filone di pensiero permea lo sviluppo di questo testo: è quello che riconosce queste tappe sintomatiche nei contributi di Leon Battista Alberti, Claude Perrault e Jean Nicolas Luis Durand. Rimane nostra convinzione che solo un appropriato riconoscimento delle loro posizioni può proficuamente introdurre il dibattito sul progetto di architettura contemporaneo. Il primo capitolo affronta un argomento relativamente circoscritto: il rapporto che esiste tra princìpi costitutivi e progetto, tracciando, per sommi capi, il percorso che conduce dai princìpi fino alla costruzione. Nel secondo capitolo lo stesso tema viene riproposto ma, questa volta, non nella sua essenzialità; di esso, piuttosto, si indagano le complicazioni, contaminazioni e specificità. Quanto era stato linearmente descritto nel primo capitolo viene, nel secondo, problematizzato. Il terzo capitolo affronta un tema più specifico e sposta l’attenzione anche sul modo rappresentativo dell’architettura. In questo capitolo è descritta una questione centrale e sintomatica dei riflessi teorici sulla rappresentazione architettonica, quella della «linearità». Il quarto capitolo è quello che, più di tutti, affronta le traslazioni di pensiero dalla cultura generale alla progettazione architettonica, più che quelle più specifiche dalla teoria al progetto: ciò viene visto attraverso il caso della progettazione ospedaliera. Un caso locale molto specifico di traslazioni tra pensiero ed edificio, tra teoria e costruzione, quello palermitano, è l’argomento dell’ultimo capitolo.