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LAVINIA SPALANCA

L'apostolo e l'utopista. Gli scrittori e la scuola dall'Unità d'Italia ai giorni nostri

Abstract

Ripercorrere, attraverso le pagine di alcuni autori della modernità letteraria, le complesse dinamiche relative all’evoluzione del sistema scolastico italiano dal periodo postunitario ai giorni nostri è impresa assai ardua, in virtù della stretta correlazione fra scelte ideologiche ed interessi politico-economici che guidano da più di un secolo le leggi sull’istruzione, con evidenti ricadute sulla società. Analizzare il fenomeno – dalla prospettiva privilegiata di chi, per motivi biografici e non solo, si è fatto testimone e portavoce delle istanze dell’universo scolastico – equivale ad illuminare uno spaccato del nostro Paese, con le sue emergenze educative (analfabetismo, disoccupazione, emigrazione) e le sue rivendicazioni sociali (libertà d’insegnamento, autonomia dal centralismo statale, egualitarismo anticapitalistico). Senza alcuna pretesa di esaustività, s’intende qui tracciare un breve panorama della scuola italiana – nell’arco temporale che va dalla Legge Coppino (1877) alla cosiddetta Buona scuola (2015) – attraverso le pagine di alcuni illustri esponenti del panorama otto-novecentesco, da Edmondo De Amicis a Eraldo Affinati, passando per Angelo Fiore e Pier Paolo Pasolini.